Donna: gentil sesso, bel sesso, sesso debole, signora, signorina, moglie, partner, compagna, fidanzata, innamorata, dama, nobildonna, regina, contessa.
Si potrebbe continuare ancora, creare una lista lunghissima che non trova fine.
Cos’è oggi? A cosa serve il 25 novembre? Si celebra, si innalza, si commemora? Cosa significa “giornata mondiale contro la violenza sulle donne”? Basta una giornata per annullare la brutalità che sta accadendo in questo mondo?
Quante domande, alcune di esse restano così, appese, sorde, senza una risposta sensata e concreta.

L’essere donna comporta una responsabilità emotiva che è direttamente proporzionale all’intensità di vita nella società di oggi; l’essere donna comporta dover rispettare limiti morali, quegli stessi limiti che sono artefatti e che impongono regole rigide da dover rispettare; l’essere donna significa rientrare entro certi confini prestabiliti; l’essere donna significa dover osservare il “ruolo” che si incarna, sia esso quello di mamma/moglie/dipendente/compagna/suocera/nuora e via dicendo.
Il 25 novembre è solo un microcosmo, un granello di sabbia, una goccia di un oceano dalle dimensioni inquantificabili: tutti i giorni dovrebbero essere il 25 novembre.
E che importa dei programmi in TV che parlano di femminicidi? Che importa dei film trasmessi che, raccontando storie vere, dovrebbero smuovere le coscienze degli esseri umani? Che importa delle notizie che corrono veloci nei media che, ancora una volta, annunciano una donna morta tra le mani di uomo?
Importa nulla se dall’inizio del 2024 ad oggi si contano più di 50 donne uccise e innumerevoli denunce per stalking e violenza psicologica/domestica/fisica/sessuale.
Non è l’abito succinto.
Non è il rossetto rosso.
Non è il pizzo della lingerie che si intravede dagli abiti.
Non sono i pantaloni stretti o larghi.
Non è il tacco alto o basso.
Non è il taglio di capelli.
Non è il lavoro né l’essere donna.
La violenza si può trovare in ogni angolo, cammina come un viadante tra le strade della città, è presente tra le scale, nei luoghi comuni e non comuni. Nelle case.
La violenza si maschera da Amica, veste dolcezza e dona attenzioni e non è solo quella dei lividi visibili sulla pelle.
La violenza è anche quella invisibile, senza ferite che sanguinano o segni evidenti; è violenza annientare, soggiogare, deridere, abbandonare, non sostenere, non scegliere, non stimare, non comunicare, non proteggere, scappare.
L’Amore non ammette sofferenza. Di nessun tipo.
In nessun modo.

L'Altra Notizia

You cannot copy content of this page