Marano: L’art. 2 del d-l 23-11-2020 n. 154 – cosiddetto ristori-ter – prevede un fondo di 400 milioni per “misure urgenti di solidarietà alimentare” assegnato al Ministero dell’Interno per ripartirlo ai Comuni.
Pensiamo che aldilà dell’entità dello stanziamento – non certo sufficiente – i criteri di ripartizione, essendo gli stessi di quelli del primo lockdown e contenuti nell’ordinanza del Capo della Protezione Civile n. 658 del 29 marzo 2020, siano, ancora una volta, penalizzanti per i territori più deboli come quelli meridionali e per gli strati più poveri della popolazione.
Infatti s’è ribadito che ai Comuni le risorse del fondo in questione verranno distribuite per l’80% (320 milioni) in base alla popolazione residente e per il 20% in base al confronto del reddito medio pro-capite del Comune rispetto alla media nazionale.
La percentuale del 20% del reddito medio pro-capite è troppo bassa e ciò genera la citata penalizzazione dei territori più deboli in tal senso riteniamo che andrebbe portata almeno al 35%.
A ciò si aggiunge che alcuni Sindaci nello scorso marzo hanno messo in atto criteri discriminatori verso le fasce più deboli della popolazione che ci auguriamo vivamente non si ripetano.
A tal fine, riteniamo che i Comuni debbano dare il contributo di solidarietà alimentare a tutti coloro che appartengono ad una comunità territoriale e hanno subito gli effetti dell’attuale situazione, indipendentemente dalla nazionalità, dal titolo di soggiorno e dalla sua validità, dalla durata della permanenza precedente sul territorio.
Quanto al requisito della residenza nel Comune lo stesso non deve essere considerato (sia per gli italiani che per gli stranieri) come residenza anagrafica, pena l’esclusione dei soggetti senza fissa dimora, anch’essi in condizione di particolare bisogno, o dei richiedenti asilo.
Su questi obiettivi invitiamo alla massima attenzione mettendo in atto forme di mobilitazione ogniqualvolta si renda necessario anche per sollecitare quegli Enti che non si sono ancora adeguati per la residenza di prossimità come ad esempio il Comune di Marano, nonostante la delibera di giunta ed i nostri appelli.
Del resto contro i criteri discriminatori di alcuni bandi comunali si sono già chiaramente pronunciati alcuni Tribunali.
L’ amministrazione promuova una vera alleanza contro la povertà coinvolgendo la città in primo luogo perché la misura prevista come contrasto alla povertà è del tutto insufficiente. Le modalità rischiano di non rispondere alle effettive esigenze . Non tutti i comuni hanno dato prova di un’azione adeguata per la carenza drammatica di personale.
Per questo lanciamo una mobilitazione per l’estensione della misura, l’aumento della dotazione finanziaria, la piena capacità dei comuni di creare reti di solidarietà attiva.

COMITATO TERRA MARANO

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