Marano: gli oppositori di Visconti non si trovano solo in Consiglio comunale. Fin dai primi giorni dall’insediamento, infatti, Potere al Popolo ha continuato la propria attività sul territorio spesso evidenziando errori e mancanze dell’Amministrazione.
Dopo il Consiglio comunale di ieri sera che ha aperto la prima vera crisi di governo gli attivisti di Pap hanno lanciato una campagna social per chiedere le dimissioni al Primo cittadino.Lanciamo una campagna mediatica che chieda con forza le dimissioni del sindaco Visconti utilizzando l’hashtag #ViscontiOut!
Dopo il Consiglio comunale di ieri sera che ha aperto la prima vera crisi di governo gli attivisti di Pap hanno lanciato una campagna social per chiedere le dimissioni al Primo cittadino.Lanciamo una campagna mediatica che chieda con forza le dimissioni del sindaco Visconti utilizzando l’hashtag #ViscontiOut!
E chiediamo a tutte le forze politiche e sociali del territorio di aderire ufficialmente alla nostra richiesta di dimissioni, contattateci.
“La nostra comunità è da tempo stanca di questa piaga d’Egitto che si è abbattuta in città il cui nome risponde a quello di Rodolfo Visconti. Una piaga di cui tutti ne paghiamo le conseguenze sebbene non tutti ne siamo responsabili.
Due anni e mezzo interminabili segnati anche dall’arrivo della pandemia e della conseguente crisi economica; ma in questo scenario che muta di settimana in settimana c’è una costante: l’impassibilità di questo sindaco e della sua giunta che sembrano trovarsi lì al governo della città un po’ per caso e soprattutto controvoglia.
Un sindaco sempre con la scusa pronta del dissesto finanziario, come se il dissesto gli impedisse ad esempio di portare avanti una seria lotta all’evasione e soprattutto una più equa ridistribuzione dei canoni idrici…





La comunità si sente abbandonata e soprattutto disgustata dall’atteggiamento menefreghista ed arrogante del sindaco e della sua giunta che – se veramente ha a cuore la città – dovrebbe dimettersi.
Noi del resto saremo pronti ad iniziare una campagna di mobilitazione permanente fino a quando questo teatro dell’assurdo non finirà”.