Roma: “Siamo pronti a presentare in Parlamento la legge elaborata dai lavoratori e dalle lavoratrici GKN e a fare pressione sul Governo perché blocchi la procedura di licenziamento”, a dichiararlo è Matteo Mantero, senatore di Potere al popolo!:

Sabato 18 settembre, dalla grande piazza di Firenze, gli operai GKN hanno fatto appello al Parlamento per la presentazione del loro DDL che punta a contrastare l’impoverimento produttivo e occupazionale del territorio e della comunità. Il ddl è frutto di un lavoro congiunto tra i/le dipendenti della fabbrica di Campi Bisenzio e i giuristi solidali, condotto di fronte ai cancelli a partire dall’assemblea del 26 agosto 2021. Questo è l’unico testo che risponde alle richieste dei lavoratori e delle lavoratrici GKN, banalmente perché non è stato scritto “sulle” loro teste ma “con” le loro teste. Nel frattempo petizione da loro lanciata in due giorni ha quasi raggiunto le 4000 firme. (la trovate qui: https://tinyurl.com/mr96xhf5)

In quanto rappresentante di Potere al Popolo! in Parlamento sono pronto a farmi strumento dell’assemblea permanente degli operai ed a presentare questo lavoro perché venga votato e approvato dagli altri miei colleghi e colleghe parlamentari” ha affermato il sen. Mantero.

Sulla carta infatti esiste già una maggioranza pronta a risolvere la questione GKN. I rappresentanti, più o meno noti, di M5s, Pd e Leu hanno fatto la staffetta davanti alla fabbrica promettendo di fare quanto in loro potere per costringere Melrose a ritirare i licenziamenti e a conservare tecnologie utili e occupazione sul nostro territorio. Ora hanno la possibilità di passare ai fatti, votando e approvando questo ddl”.

Il progetto approvato dagli operai, che hanno adottato fin dall’inizio uno slogan unificante, “insorgiamo”, potrebbe essere applicato a tutte le chiusure in corso e a quelle future. Esso si discosta dall’attuale normativa e dalla bozza Todde-Orlando perché prevede un principio semplice: lo Stato ha la facoltà di impedire i licenziamenti se si trova di fronte a un’azienda la cui situazione patrimoniale permette di impedirne la chiusura. Ciò vuol dire che casi come la GKN o la Whirpool di Napoli non sarebbero permessi, e che o l’azienda che intende andarsene o si impegna a garantire continuità occupazionale e produttiva, cedendo eventualmente a terzi, con un diritto di prelazione dello Stato e dei lavoratori, gli impianti; oppure non può licenziare.

Una norma del genere impedirebbe l’impoverimento del nostro tessuto produttivo, e il suo utilizzo nella riconversione ecologica, in particolare nei settori più produttivi. Ci riferiamo in particolare a quello dell’automotive, oggi sottoposto a una tensione fortissima in Italia, a causa della “fuga” ormai sempre più palese di Stellantis; e in Europa e nel resto del mondo, a causa del passaggio all’elettrico.

Una legge che, oltre a impedire le chiusure, consenta ai dipendenti e all’autorità pubblica di dare una direzione alla mission produttiva dei nostri stabilimenti, potrebbe diventare un’occasione per uscire da una civiltà fondata sullo spreco e sull’inquinamento e implementare una vera mobilità sostenibile, migliorando considerevolmente la qualità della vita delle persone nelle grandi città del nostro paese e del resto d’Europa.

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