Italia: Da qualche giorno è ufficiale: l’Italia ospiterà gli Europei di calcio nel 2032 assieme alla Turchia. Il comitato esecutivo della UEFA lo scorso 10 ottobre ha, infatti, dato l’ok definitivo, dopo aver assegnato l’organizzazione dell’edizione del 2028 al Regno Unito ed Irlanda.

L’Italia tornerà, così, ad ospitare un torneo di calcio internazionale ben 32 anni dopo i Mondiali del 1990 così come sottolineato a caldo dal Presidente federale Gabriele Gravina: “Si tratta di una svolta storica per noi, un traguardo che abbiamo inseguito per tanti anni: è dal 1990 che l’Italia non aveva la possibilità di organizzare la fase finale di un evento calcistico così importante, quindi se ci proiettiamo al 2032 saranno 42 anni. Dimostreremo la nostra capacità organizzativa e gestionale dei grandi eventi da parte del nostro Paese”.

Un’occasione che l’Italia non ha, in alcun modo, voluto perdere al punto da preferire co-organizzare l’evento con la Turchia di Erdoğan – ricevendo più di qualche critica da ONG e Associazioni per i Diritti Umani che denunciano da anni le politiche vessatorie e discriminatorie del Sultano – piuttosto che rischiare di veder sfumare l’ennesima occasione.

Per Gravina e l’Italia del calcio, però, la strada sembra tutt’altro che in discesa a partire dalla questione degli stadi.

La FIGC, lo scorso 12 aprile, all’interno del dossier finale per la candidatura a ospitare Euro 2032, aveva designato come future, possibili sedi di gara le città di: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Verona. Questo prima di unire la propria candidatura a quella della Turchia con il conseguente dimezzamento delle sedi chiamate ad ospitare le partite dell’Europeo.

Delle 10 città proposte ad oggi solo tre sembrerebbero sicure del posto avendo già degli stadi che rispondono ai parametri voluti dalla UEFA: Torino (Allianz Stadium), Roma (Olimpico) e Milano (San Siro). Per gli altri due posti sarebbe una gara aperta tra le restanti 7 città come lo stesso Gravina ha lasciato intendere: “Siamo riusciti a ottenere un periodo di tempo importante per progettare e realizzare, la data è quella del 1° ottobre 2026: significa che abbiamo 3 anni per progettare. Non partiamo svantaggiati come indicazioni di stadi perché già 3 sono stati considerati in modo positivo, ne mancano 2 o 3. Dobbiamo considerare il 2032 una grande opportunità e uno stimolo per rivoluzionare l’idea e le infrastrutture del nostro Paese. Dobbiamo raccogliere gli sforzi per abbattere la burocrazia e attuare una rivoluzione culturale su un tema che sfioriamo da anni senza trovare soluzioni. E’ un problema anche di valutazione imprenditoriale. Uniamo gli sforzi per cogliere questa opportunità, ognuno deve fare la sua parte: confido molto nell’appoggio dell’autorità di Governo, ho sentito parlare di Commissario e ben venga, ma non è la soluzione al problema degli stadi in Italia.”

Ma c’è chi giura che le cose siano leggermente più complicate di come lascerebbero pensare le dichiarazioni del numero uno della Federazione, considerato che l’Italia è uno dei Paesi con gli impianti sportivi più vecchi di tutto il Continente (età media di 68 anni) e che attualmente quasi nessuna società ha in cantiere l’ammodernamento delle proprie strutture, requisito ritenuto – invece – fondamentale dal Ministro dello Sport Abodi secondo cui
l’Europeo dovrà generare eredità positive ben prima di quell’appuntamento e non solo nelle città coinvolte”.

L’Italia ospiterà gli Europei nel 2032 ma chissà se la Politica nostrana e il mondo dello sport saranno all’altezza della sfida…

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