Da quando si è bambini, l’abitudine porta a cantilenare la poesia che recita «la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte», per annunciare l’arrivo della Befana.
Chi è, in realtà, questa vecchina che, durante la notte tra il 5 e il 6 gennaio, porta dolcetti e doni a tutti i bambini del mondo?
La tradizione descrive la Befana come una vecchietta con caratteristiche specifiche: naso lungo, mento aguzzo, cappellaccio posato sul capo e vesti rattoppate e scialle sulle spalle; in sella alla sua scopa, la Befana viaggia nei cieli e riempie le calze di tutti i bimbi. La particolarità della Befana è il carbone che poggia all’estremità del sacchetto, soprattutto per quelli che sono stati meno obbedienti.
In verità, la leggenda della Befana va ricercata nelle tradizioni magiche pre-cristiane: chiamata Perchta o Berchta era conosciuta come una divinità delle zone alpine. Il suo nome viene a significare splendente, luminosa, bianca, brillante; Perchta era descritta come una donna dalla pelle diafana e splendente, paragonabile al candore della neve, dea dedita alla tessitura o alla caccia.
Nella tradizione cristiana, invece, la storia della Befana è collegata a quella dei Re Magi.
Epifania significa apparizione/manifestazione e associa l’apparizione di una vecchietta a Gaspare, Melchiorre e Baldassare nella fredda notte del 6 gennaio, in viaggio verso Betlemme. I tre Magi, non riuscendo a trovare la strada per arrivare alla capanna di Gesù Bambino, vennero indirizzati dalla sconosciuta.
Insomma, la Befana associa a sé numerose credenze e storie, oltrepassando i limiti del possibile, spingendo a sognare e a credere nella magia.
Che sia credenza pagana o cristiana, la Befana unisce grandi e piccini e, dunque, viva viva la Befana!