Asia: Dopo l’esordio vincente e convincente dei padroni di casa del Qatar chiamati a difendere il titolo e la netta vittoria dell’Australia, una delle squadre meglio attrezzate per arrivare fino in fondo alla competizione, nelle giornata di domenica e lunedì sono andate in scena le partite d’esordio dei gironi C e D di questa 18a edizione della Coppa d’Asia.

Il girone C
Il match che ha aperto il girone C è stato quello di domenica pomeriggio tra Emirati Arabi Uniti ed Hong Kong. La nazionale emiratina, che viene da un terzo ed un quarto posto nelle ultime due edizioni, e che da tanti viene indicata come possibile underdog del torneo – sebbene sembri dare il meglio di sé nelle edizioni casalinghe della Coppa d’Asia – ha faticato più di quando non dica il risultato finale (3 a 1) per domare una squadra sicuramente non irresistibile come Hong Kong. Partita che, di fatto, dopo il vantaggio iniziale siglato su rigore dal giovane attaccante dell’Ittihad Kalba, Sultan Adil, è rimasta in bilico fino al 95esimo quando ancora su rigore gli Emirati Arabi Uniti hanno siglato, questa volta con Yahya al-Ghassani, il definitivo 3 a 1. L’altra rete emiratina è stata segnata dal centrocampista Zayed al-Zaabi che aveva riportato in vantaggio i suoi dopo il momentaneo pareggio di Kwan Chan.

Nell’altra partita del girone, probabilmente quella più attesa in assoluto non solo per questioni sportive, l’Iran di Taremi e Azmoun ha facilmente battuto la Palestina con un sonoro 4 a 1, confermando di essere una delle favorite per la vittoria finale.
La partita, ovviamente, aveva un significato che travalica di gran lunga i confini dello sport per assumere immediatamente una connotazione politica così come “sperato” e – in un certo qual senso – voluto dall’emiro qatariota al-Thani. Così, siamo sicuri che il minuto di silenzio osservato prima del fischio d’inizio, con tutto lo stadio a sventolare bandiere della Palestina e a mostrare la kefiah, interrotto per qualche secondo dal grido levato al cielo dai supporters della nazionale palestinese “ Palestina libera ”, diverrà una di quelle immagini che faranno il giro del mondo arrivando anche a chi non segue il calcio.

Il girone D
Ad aprire la giornata di domenica è stato il Giappone nella sfida, tutt’altro che impossibile, contro il Vietnam. I samurai blu trascinati dall’ex Liverpool, Takumi Minamino, autore di una doppietta e di un assist, hanno portato a casa i tre punti, non senza qualche leggerezza difensiva di troppo, che ha fatto arrabbiare e non poco il ct Moriyasu, soprattutto al momento del sorpasso vietnamita grazie alla rete di Pham Tuan Hai, attaccante venticinquenne dell’Hanoi FC.
Il tabellino finale dirà di un largo 4 a 2 per i giapponesi, usciti alla lunga anche grazie alle importanti individualità di cui può disporre. Ma la sensazione è che la squadra del Sol Levante dovrà registrare qualcosina in fase difensiva se vorrà giocarsi le proprie carte fino alla fine.

L’altra partita del girone, giocata lunedì, ha visto sfidarsi l’Iraq dell’ex Udinese Ali Adnan e l’Indonesia. A spuntarla è stata la nazionale irachena grazie ad un bel e convincente 3 a 1 che la pone in una posizione di vantaggio nella corsa, presumibilmente, al secondo posto. Vorrebbe dire qualificazione diretta agli ottavi di finale a cui accede ininterrottamente dall’edizione del 1996 giocata negli Emirati Arabi Uniti, a dimostrazione di quanto il piccolo stato arabo, nonostante i tantissimi problemi legati ad una situazione politica ed economica interna a dir poco instabile , sia una importante realtà dello scenario calcistico della regione.

In attesa delle partite di oggi che chiuderanno la prima giornata dei gironi della 18a edizione della Coppa d’Asia, vi diamo appuntamento ai prossimi giorni per continuare a seguire ed analizzare assieme una competizione troppo spesso sottovalutata ma che riesce a regalarci storie sportive e non sempre di grande interesse.

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