Doha: La nazionale di calcio palestinese questo pomeriggio alle 19:30 scenderà nuovamente in campo, dopo l’ottimo risultati raggiunto nella recente Coppa d’Asia. A Doha, affronterà il Bangladesh per la terza giornata del girone I valido per le qualificazioni per i Mondiali del 2026. La Palestina, dovesse vincere, scavalcherebbe il Libano al secondo, ed ultimo, posto utile per staccare il pass per il turno successivo che disterebbe, comunque, ancora tre giornate.

La federazione Calcistica palestinese, intanto, nei giorni scorsi aveva avanzato una richiesta ufficiale alla FIFA affinché prendesse provvedimenti contro le squadre nazionali della Federazione Israeliana così come nei confronti dei club, come si può leggere nel comunicato ufficiale circolato su diversi media e piattaforme social: “adottare sanzioni adeguate, con effetto immediato, contro le squadre israeliane, comprese le rappresentative nazionali e le squadre di club, a causa delle violazioni del diritto internazionale commesse dall’occupazione israeliana in Palestina, in particolare a Gaza”.

Una richiesta che oggi diviene ancor più stringente visto che la Nazionale israeliana scenderà in campo alle 20:45 in Ungheria per l’andata degli spareggi per Euro 2024 contro l’Islanda. Partita che sicuramente farà discutere e che secondo molti non si sarebbe dovuta giocare, sottolineando come FIFA e UEFA stiano utilizzando due pesi e due misure nei confronti della Federazione Russa – esclusa da ogni competizione – e quella Israeliana.

Un doppiopesismo che anche qui in Italia è stato sottolineato dagli attivisti e dalle attiviste che hanno lanciato una campagna rivolta alla FIGC proprio per chiedere il boicottaggio sportivo di Israele, anche alla luce del fatto che a settembre toccherà alla nazionale di Luciano Spalletti affrontare l’omologa israeliana. Campagna a cui si può aderire andando su: ilcalcioboicottaisraele.org e che ad oggi conta già centinaia di firme di chi, a diverso titolo, fa parte del mondo del calcio e spinge affinché la FIGC prenda una posizione netta e di condanna di quanto sta accadendo a Gaza perché, dopotutto, lo sport (e il calcio) non deve mai rinunciare alla propria valenza pedagogica e positiva.

Se il calcio può spingere nella direzione di un cessate il fuoco e gettare le basi per una pace equa e duratura che permetta alle centinaia di migliaia di civili palestinesi di tornare a vivere in libertà e nella propria terra, allora è giusto che se ne assuma la responsabilità e faccia tutto il possibile.

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