In seguito alla vittoria elettorale di Trump, il movimento femminista “4B ” ha ritenuto necessario intervenire concretamente, mettendo in atto i precetti stilati dal movimento stesso.
Esso nasce in Corea del Nord, ma si sta diffondendo sempre di più nel resto del mondo.
È un movimento femminista diverso dagli altri, in quanto non si basa soltanto sull’opposizione e sulla ribellione, ma sull’attuazione di iniziative concrete, pragmatiche.
Le quattro “B” a cui fa riferimento il nome, derivano da: bihon, bichulsan, biyeonae, bisekseu, ossia rispettivamente niente matrimonio, niente parto, niente appuntamenti, niente sesso con gli uomini.
Possono sembrare “prese di posizione” estreme, misandriche, represse, ma in realtà si tratta di un concreto auto-riconoscimento da parte delle donne viste come esseri umani liberi di scegliere.
Il motivo scatenante è stato quello di aver votato per un candidato accusato di violenze sessuali e molestie, e per aver eletto tre giudici conservatori alla Corte Suprema. Queste azioni compiute per lo più da uomini, contribuiscono alla limitazione del diritto all’aborto, da sempre discusso dagli uomini, nonostante sia un diritto che riguarda la sfera femminile.
In realtà, probabilmente queste tenaci e coraggiose donne avranno preso ispirazione dalla letteratura greca.
Al contrario di quanto si possa credere, non è un’iniziativa poi così nuova. Di fatti il celebre commediografo Aristofane, già nel V secolo a.c. trattò una situazione analoga. Stiamo parlando della “Lisistrata“, commedia utopistica, che prende nome dall’ideatrice di una delle forme rivoluzionarie più sconvolgenti per l’epoca. Nonostante ciò, ella ha continuato a fungere da paladina letteraria del femminismo.
Lisistrata, per far porre fine alla guerra tra Sparta e Atene, aveva architettato un piano tradizionalmente discutibile ma geniale, avanti anni luce.
Per farla breve e non dissertare troppo sulla letteratura, la protagonista, intesa come colei che si aziona per prima e non come personaggio principale, pensava che l’unico modo per far cessare la guerra sarebbe stato astenersi dai rapporti con gli uomini.
Pur di non rinunciare agli “impulsi” e ai “bisogni” fisiologici, gli uomini sarebbero stati capaci di venire meno a quelli che erano i principi “virili” ed eroici.
Ovviamente stiamo parlando di una trama comica, la quale doveva necessariamente riguardare una realtà rovesciata.
Nonostante ciò, Aristofane, a detta di molti conservatore ma sicuramente realista, riconosceva la marginalità delle donne che meritava di essere riscattata, e ipso tempore, la “fragilità” degli uomini, che essi hanno sempre negato ed occultato.
La moderazione dell’autore la si nota soprattutto nella reazione delle altre attrici da egli strutturata. Considerato il tema ci si aspetta una certa acclamazione unanime, ma non è così. Le donne a primo impatto erano esitanti, titubanti, restie dal dover venir meno a quelli che erano i “doveri coniugali”.
Apro e chiudo parentesi, fino alla fine degli anni Settanta del Novecento, vale a dire fino a un po’ più di quarant’anni fa, si parlava anche nella tradizione della nostra società di “doveri coniugali”, e l’eventuale transigenza era vista come motivazione di separazione o divorzio. Stiamo parlando della stessa società che fino al 1981 legittimava il delitto d’onore.
Nella Lisistrata, in tutta la sua antichità, viene trattato un tema modernissimo, perpetuo, “sempre-eterno”. La consensualità.
Fa strano pensare che già migliaia di anni fa si discutesse riguardo la consensualità della donna, e di quanto non si tratti di un argomento corrente.
A conferma della massima latina “Verba volant, scripta manent” in un frammento di Aristofane, appartenente alla commedia di cui stiamo parlando, troviamo scritto nei versi 165-166 “L’uomo non può darsi ai piaceri se la donna non è d’accordo”.
Eh no, non si tratta di una traduzione manipolata da qualche femminista esaltata ed accanita, in quanto in ultima battuta è utilizzato proprio il verbo “συμφερω”, cioè essere d’accordo, acconsentire, condividere, e significati simili.
Purtroppo, molte sono le traduzioni in cui questo dettaglio non viene colto o viene superficializzato, ma ad un occhio attento e ad un animo sensibile, certe cose non sfuggono.
Dunque, questo breve accenno alla letteratura, oltre ad essere una curiosità, è una dimostrazione di come il femminismo sia sempre esistito, e di come le donne hanno sempre risentito del riconoscimento e dell’esercitazione dei propri diritti.
I diritti sono connaturati, nascono insieme all’essere umano. Egli è partecipe alla vita se essi gli vengono riconosciuti. Solo così si può parlare di esistenza, altrimenti l’uomo è solo schiavo di quel ciclo vitale che gli garantisce la presenza sulla terra.