MARANO- Nella mattinata di sabato 7 dicembre l’IC “Amanzio-Ranucci-Alfieri”, presieduto dalla dirigente Antonietta Guadagno, ha aperto le porte al pubblico in occasione dell’annuale Open Day natalizio all’insegna, quest’anno, della riscoperta di “una delle città più suggestive del mondo: Napoli”.

Nell’ambito del progetto di continuità ed orientamento “Continente Napoli”, gli alunni della Primaria e Secondaria di Primo Grado hanno guidato i presenti in un percorso itinerante attraverso i vicoli più reconditi della città, tra le sue pieghe antiche, nelle sue ferite aperte, nei suoi scorci più caratteristici, tra l’immagine dell’imponente Vesuvio che si staglia sul mare e l’istantanea fotografia dei presepi di San Gregorio Armeno. Nella contaminazione inestricabile, quasi inscindibile, tra mito e storia, leggenda e realtà, tradizioni e folklore, si delinea il ritratto di una città eclettica, palpitante, viva nelle sue indissolubili contraddizioni, nell’antinomia e coesistenza tra il sacro e il profano, il grottesco e una bellezza estatica, tra l’esuberanza popolareggiante e la raffinatezza di una millenaria tradizione culturale. Il quadro di una Napoli che è un magma di infinite potenzialità, sintesi ed equilibrio tra caos, esagerazione, magia e meraviglia. Non essendosi lasciata trascinare nel naufragio della storia antica- dimenticata, affondata, sepolta dalla contemporaneità- campeggia illesa in una dimensione atemporale, in cui convivono passato e presente, sempre pullulante di vitalismo e mai banale.

La poliedricità di una città che rinnova costantemente se stessa è stata resa magistralmente dagli studenti dell’Amanzio-Ranucci-Alfieri, esibitisi in canti, balli e in uno spettacolo teatrale multiforme, intersezionale, nel tripudio generale di un pubblico entusiasta. Dai classici della tradizione popolare napoletana, come la tarantella e il brano ” ‘A città ‘e Pulecenella”, a capolavori come “Napule è”, fino alla musica dialettale contemporanea, come la canzone “Malatìa”, non tralasciando la contaminazione con la musica spagnola, con il pezzo “Mi gente”, e francese, in conformità con la rievocazione e ricostruzione della memoria storica della città, conquistata e dominata dai D’Angiò e dai Borbone.

Ciò che emerge vividamente dalle performance dei giovani attori è la capacità di autoironia e la forza della resilienza di una città che si schiude in un mondo intero di paesaggi e personaggi -significativo è, infatti, il titolo del progetto, preso in prestito dal libro della scrittrice Caterina Della Vecchia- e che non cala mai il capo sotto il piede brutale dell’oppressore, ma ne assorbe i costumi, li adatta alla sua forma, e finisce per ammaliare ed incorporare chi la governa.

Sullo sfondo del Teatro Alfieri si sono susseguiti personaggi storici- il re Nasone (Ferdinando di Borbone), incarnazione del fascino che Napoli esercita su chi la vive, l’ammiraglio Nelson, Virgilio- e  figure mitiche, avvolte nell’ombra del folclore e della leggenda- Partenope, una delle tre sirene ammaliatrici dell’Odissea, che da il nome alla città, sulle cui spoglie sarebbe sorto il Castel dell’Ovo; la bella ‘mbriana, secondo la tradizione bellissima principessa, infelice e sola per via di un amore non corrisposto, che si manifesta nella forma di un geco; il munaciello, spiritello leggendario, la cui esistenza potrebbe avere radici storiche, accreditabili in due ipotesi, l’una riconducibile alla autorevole fonte di Matilde Serao che lo descrive come un nano dal corpo deforme frutto di una amore impossibile tra una nobildonna e un garzone napoletano; la seconda che ne assimila la figura a quella di un “pozzaro”.

Del tessuto storico-politico, culturale e letterario si evincono le minuzie, le caratteristiche particolareggianti di questo “paradiso abitato da diavoli”.

Le spaccature interne, le frammentazioni sociali, le ferite generate dalla violenza dilagante, il binomio povertà materiale-ricchezza spirituale possono essere leniti e sanati partendo esattamente da progetti come questo, che mostrano un’altra faccia di Napoli, quella della cultura, dell’impegno civile, della cooperazione scuola-famiglia, del riscatto.

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