Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare, nel giorno
del suo assassinio, 21/07/1979 Palermo, Giorgio Boris Giuliano – uomo delle Istituzioni,
investigatore d’avanguardia, servitore dello Stato e, soprattutto, essere umano integro, padre,
cittadino, italiano giusto.
Boris Giuliano non era un personaggio da prima pagina. Non cercava visibilità, applausi, né
medaglie. Era un funzionario che parlava con i suoi collaboratori, che ascoltava, che si sporcava le
mani con la realtà. Un uomo di pensiero e d’azione, capace di coniugare rigore e umanità, metodo e
intuizione. Aveva scelto Palermo, quando avrebbe potuto restare in luoghi più sicuri. Aveva scelto
di indagare la mafia nel momento in cui farlo significava condannarsi all’isolamento, alla solitudine
e, infine, alla morte.
Boris era un investigatore moderno, ma soprattutto era un uomo libero in un tempo di omertà. Non
si fermava alle apparenze, non si lasciava irretire dalle “verità comode”. Studiava, si confrontava,
cercava sempre il perché dietro ogni fatto. Sapeva che la mafia non era solo sangue, ma anche
silenzio, potere, denaro e compromessi.
È per questo che, ancora oggi, il suo esempio deve parlare alle nuove generazioni. La sua figura non
appartiene solo ai libri di storia, ma alle aule scolastiche, ai laboratori di educazione civica, ai
corridoi dei nostri istituti. Boris Giuliano è il volto umano e credibile della legalità. Non un eroe
retorico, ma un uomo normale che ha scelto di fare il proprio dovere fino in fondo. Ed è da questa
“normalità” che nasce la sua grandezza.
Come docenti, riteniamo sia nostro compito restituire alla sua memoria la profondità che merita.
Boris non fu un “caduto della mafia”, ma un testimone di un’etica pubblica possibile. È nostro
dovere raccontarlo per ciò che fu: un uomo che, pur sapendo di essere in pericolo, non rinunciò a
investigare, non si piegò, non fuggì. Un uomo che parlava con i giovani e credeva nel potere della
cultura come vera arma contro il crimine.
Nel suo modo di lavorare, Boris Giuliano educava alla legalità prima ancora che se ne parlasse nei
protocolli ministeriali. Educava con l’esempio, con l’intelligenza, con il coraggio di chi non si sente
mai al di sopra della legge, ma sempre dentro la sua trama più profonda.
Oggi, a 46 anni dal suo omicidio, il Coordinamento Docenti Diritti Umani invita tutte le scuole
italiane a dedicare un momento di riflessione alla figura di Giuliano. Non solo con una
commemorazione, ma con un impegno concreto: rendere viva l’educazione alla legalità, affinché
non sia solo parola scritta nei piani formativi, ma esperienza vissuta, scelta quotidiana, lente critica
sulla realtà.
Perché la legalità non è un concetto astratto. È fatta di volti, di storie, di mani che scavano per
cercare la verità. Boris Giuliano è una di quelle mani. E noi abbiamo il dovere di raccontarlo così:
vicino, presente, umano.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU