Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda Carmela Pannone,
bambina di soli cinque anni, vittima innocente della violenza camorristica il 25 agosto 1989 ad
Agropoli (SA). Carmela, insieme allo zio Giuseppe Pannone, perse la vita in un agguato destinato a
un pregiudicato della criminalità organizzata, mentre altri bambini furono gravemente feriti.
Questo tragico evento non è solo una pagina dolorosa della nostra cronaca: è un monito
sull’urgenza di educare alla cultura dei diritti umani, alla legalità e al rispetto della vita fin
dall’infanzia. Carmela non era coinvolta in alcun contesto criminale, non aveva colpe se non quella
di essere una bambina. La sua morte ci ricorda quanto la violenza organizzata possa colpire
chiunque, soprattutto i più fragili, e quanto sia fondamentale costruire una società che tuteli la
dignità umana e la sicurezza dei più piccoli.
La camorra, con la sua logica di morte e intimidazione, non può trovare spazio nella nostra società.
La memoria di Carmela ci obbliga a riflettere sull’urgenza di sradicare la cultura dell’omertà e della
violenza. In questo compito, la scuola riveste un ruolo centrale: è luogo di formazione, di
consapevolezza civica e di resistenza culturale. Educare alla legalità significa dare strumenti ai
giovani per riconoscere e rifiutare la criminalità, per scegliere la responsabilità e il rispetto della vita
come valori irrinunciabili.
Il CNDDU invita le scuole, gli insegnanti e le istituzioni a fare memoria di Carmela non solo oggi,
ma ogni giorno, attraverso percorsi educativi che promuovano la convivenza civile, la cultura della
pace e il rifiuto della violenza. Ricordare significa anche impegnarsi a formare cittadini
consapevoli, capaci di contrastare l’omertà e le ingiustizie, e di difendere la vita, sempre.
Nel commemorare Carmela Pannone, il CNDDU ribadisce la necessità di un impegno collettivo e
quotidiano: affinché nessun bambino debba mai più pagare con la vita la brutalità di chi sceglie la
violenza. La memoria di Carmela diventi una leva educativa e civile, uno stimolo a non abbassare
mai lo sguardo di fronte alle ingiustizie.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU