Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi Andrea
Mormile, maresciallo dei “Falchi”, ucciso a Frattaminore il 3 settembre 1982 da uomini del clan
Puca. La sua morte non fu un episodio isolato: era un attacco deliberato alla legalità e alla sicurezza
della comunità.

Andrea Mormile era un uomo che non conosceva orari: il suo impegno per gli altri superava ogni
esigenza personale. La sua dedizione alla protezione dei cittadini lo rese un punto di riferimento per
la sua città e un esempio per chi crede nello Stato e nei diritti umani.
Quella tragica sera, la violenza della camorra colpì alle spalle un uomo che aveva sempre difeso la
giustizia e la dignità altrui. Andrea fu ucciso mentre camminava per strada, freddato da chi voleva
affermare il dominio criminale su un territorio. La sua morte segnò per sempre la sua famiglia e
l’intera comunità.

Pina Pellino, sua moglie, e Paride, suo figlio, oggi ricordano il dolore di quel momento, ma anche il
coraggio e la generosità di Andrea. La loro testimonianza ci ricorda che il valore della memoria non
è solo ricordare la tragedia, ma trasformarla in impegno civile e morale.

L’omicidio di Andrea Mormile ci richiama alla responsabilità di educare le giovani generazioni alla
legalità, alla giustizia e alla tutela dei diritti umani. Ricordare significa rifiutare la violenza,
sostenere chi si impegna per la comunità e riaffermare che la criminalità non può mai vincere
sull’etica e sulla coscienza civile.

Il CNDDU invita tutte le istituzioni scolastiche e culturali a promuovere iniziative di memoria
attiva: la storia di Andrea Mormile non è solo un ricordo, ma un insegnamento per costruire una
società libera dalla paura e dalla sopraffazione.
Oggi commemoriamo un eroe civile, un uomo che ha scelto la giustizia fino all’ultimo istante della
sua vita. La sua memoria deve illuminare il presente e guidare le future generazioni verso il
coraggio, la legalità e il rispetto dei diritti di tutti.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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