Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani interviene sulle Linee guida
del Ministero dell’Istruzione e del Merito del 9 agosto 2025, che definiscono il quadro nazionale per
l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle scuole. L’IA rappresenta oggi un’opportunità senza
precedenti: può personalizzare i percorsi di apprendimento, migliorare processi amministrativi e
favorire inclusione ed equità. Tuttavia, la sua adozione comporta sfide complesse, non solo sul
piano normativo, ma anche pedagogico, psicologico e organizzativo, che richiedono una riflessione
attenta e coordinata.
La tecnologia deve essere uno strumento al servizio dell’educazione e non un fine a sé stessa. Se da
un lato l’IA può supportare l’insegnamento e la didattica personalizzata, dall’altro richiede
supervisione e regia umana. Le decisioni educative restano in capo ai docenti, mentre la tecnologia
propone informazioni, suggerimenti e strumenti di supporto. In questo contesto, le Linee guida
stabiliscono requisiti etici, tecnici e normativi che diventano strumenti concreti per garantire
sicurezza, trasparenza e tutela dei diritti fondamentali.
Dal punto di vista psicologico, l’uso dell’IA può stimolare curiosità, motivazione e partecipazione
attiva degli studenti. Tuttavia, un impiego poco trasparente o eccessivo può indebolire autonomia,
pensiero critico e senso di responsabilità. Anche i docenti, se non adeguatamente formati e
accompagnati, rischiano di percepire la tecnologia come una minaccia al proprio ruolo, generando
ansia o resistenze. La sfida principale consiste quindi nel bilanciare innovazione e umanità,
tecnologia e pedagogia, efficienza e inclusione.
Ogni scuola deve gestire contratti GDPR-compliant, condurre DPIA e FRIA e trattare i dati con
criteri di minimizzazione e sicurezza, anche attraverso l’uso di dataset sintetici quando possibile. Le
Linee guida traducono questi principi in azioni concrete, strutturate in un percorso in cinque fasi:
definizione, pianificazione, adozione, monitoraggio e conclusione, comprendente progetti pilota,
formazione mirata, raccolta di feedback e report periodici.
Il modello HUDERIA integra pedagogia, etica e sicurezza, guidando le scuole nell’adozione
responsabile: mantiene agenzia umana, supervisiona processi, rispetta diversità e inclusione,
garantisce affidabilità dei sistemi e responsabilità tracciabile, trasformando l’IA in uno strumento
realmente funzionale all’apprendimento e alla crescita complessiva della comunità scolastica.
La scuola diventa protagonista attiva dell’innovazione e non semplice destinataria della tecnologia.
Non solo decide quali strumenti adottare, ma li gestisce in modo responsabile, supervisionando
fornitori, sicurezza dei dati e conformità normativa. Allo stesso tempo, mantiene la centralità
educativa: l’IA supporta l’apprendimento, facilita l’inclusione e promuove personalizzazione dei
percorsi, senza mai sostituire il docente, che resta regista del processo educativo.
Sul piano organizzativo, la scuola struttura ruoli e responsabilità tra dirigenti, docenti, personale
amministrativo e DPO, assicurando trasparenza, sicurezza dei dati e coerenza con DPIA e FRIA.
Sul piano psicologico, accompagna studenti e docenti nello sviluppo di consapevolezza critica,
promuove autonomia e motivazione, e favorisce un clima di fiducia e partecipazione attiva,
trasformando l’IA in uno strumento educativo inclusivo e sicuro.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, attraverso la Piattaforma Unica, coordina l’adozione a
livello nazionale, facilita la condivisione di buone pratiche e monitora i progetti, rendendo
l’implementazione dell’IA un processo partecipativo e trasparente. Formazione, campagne
informative e supporto tecnico e psicologico contribuiscono a ridurre ansia e diffidenza, rafforzando
fiducia e capacità critica nella comunità scolastica.
L’introduzione dell’IA deve avvenire gradualmente: progetti circoscritti, monitoraggio costante e
conclusione documentata consentono di correggere errori, consolidare buone pratiche, ridurre divari
educativi e sostenere studenti con bisogni speciali, garantendo al contempo sostenibilità economica
e ambientale.
Promuovere una cultura digitale diffusa significa permettere a studenti e docenti di comprendere
limiti e potenzialità dell’IA, partecipare a percorsi di alfabetizzazione digitale e sviluppare agency e
responsabilità civica. Il successo dipenderà dalla capacità delle scuole di interiorizzare principi etici
e normativi, applicare checklist, usare DPIA/FRIA, condividere esperienze e mantenere la regia
educativa.
Solo in questo modo l’IA potrà trasformarsi in uno strumento che potenzia inclusione, qualità
educativa, cittadinanza digitale e benessere psicologico, rendendo la scuola italiana un laboratorio
di innovazione etica, consapevole e sostenibile.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU