Marano: Dopo aver letto ed analizzato con attenzione la relazione prefettizia che propone lo scioglimento del consiglio comunale di Marano insieme agli organi di partito mi oppongo con fermezza. Non per spirito di contrapposizione, ma per rispetto del diritto, della democrazia e della verità.

La relazione è lunga e articolata, ma poggia su un impianto indiziario debole. Per questo motivo, punto per punto, ritengo che le contestazioni mosse all’amministrazione comunale non siano sufficienti a giustificare una misura così estrema.


  1. Parentele inesistenti:
    La relazione fa riferimento a presunte parentele tra amministratori e soggetti ritenuti controindicati. Tuttavia, si tratta di presunti legami oltre il terzo grado, che non hanno alcuna rilevanza giuridica né impatto sulla responsabilità amministrativa. Il diritto non punisce né le parentele lontane né le frequentazioni prive di rilevanza penale. Pretendere che un amministratore risponda per l’intera estensione della propria rete familiare significa travalicare ogni principio di responsabilità personale. Nessun componente dell’amministrazione risulta destinatario di condanne o procedimenti giudiziari. E questo dovrebbe bastare.
  2. Continuità politica non è continuità criminale
    Il fatto che alcuni consiglieri siano stati rieletti dopo precedenti scioglimenti è espressione della volontà popolare. La democrazia consente la candidatura e l’elezione, e il voto dei cittadini non può essere invalidato da mere presunzioni.
  3. Nessuna irregolarità amministrativa: atti legittimi e tracciabili
    La relazione contesta alcuni affidamenti diretti di importi sottosoglia, proroghe contrattuali e sanatorie edilizie. Tuttavia, si tratta di strumenti previsti dalla normativa vigente e utilizzati nel rispetto delle procedure. Non risultano atti privi di copertura giuridica né violazioni formali o sostanziali. Ogni provvedimento adottato dall’amministrazione è stato tracciato, motivato e sottoposto al controllo degli organi competenti. Parlare di “irregolarità” in assenza di rilievi ufficiali significa confondere la discrezionalità amministrativa con l’illegalità. E questo è inaccettabile.
  4. Mai affidati appalti a ditte interdette: rispetto rigoroso delle regole
    La relazione fa riferimento al rischio di infiltrazioni mafiose attraverso gli appalti pubblici. Tuttavia, durante l’intera durata dell’amministrazione guidata dal sindaco Morra, non è mai stato affidato alcun appalto a ditte colpite da interdittiva antimafia. La selezione degli operatori economici è sempre avvenuta nel rispetto delle normative vigenti, con verifiche puntuali e controlli incrociati. Non solo non ci sono state violazioni, ma l’amministrazione ha adottato criteri di trasparenza e prudenza superiori agli standard richiesti. Utilizzare il tema delle interdittive come elemento indiziario, in assenza di episodi concreti, significa forzare il quadro normativo e indebolire il principio di presunzione di legalità.
  5. Gestione trasparente di tributi e beni confiscati
    L’amministrazione Morra, ha affidato la riscossione dei tributi a Municipia, società specializzata nel settore, proprio per garantire efficienza, trasparenza e tracciabilità. Questa scelta ha permesso di rafforzare i controlli e migliorare la gestione delle entrate comunali, riducendo il margine di discrezionalità interna.
    Quanto ai beni confiscati, l’amministrazione Morra è stata l’unica ad aver consegnato i beni confiscati, assegnandoli a enti pubblici e istituzioni riconosciute, come l’ASL e l’Ente Idrico Campano (EIC), seguendo le procedure previste dalla normativa antimafia. Non si è trattato di gestioni opache o improprie, ma di atti amministrativi finalizzati alla restituzione sociale dei beni, in linea con i principi di legalità e utilità pubblica.
    Attribuire all’amministrazione responsabilità generiche su questi temi, senza evidenze di condotte illecite, significa ignorare il lavoro svolto e distorcere il quadro reale.
  6. Pratiche edilizie e uso scolastico
    Le sanatorie edilizie sono previste dalla normativa vigente. Le scelte relative alla locazione di immobili per uso scolastico sono state dettate da esigenze logistiche e operative. Non vi è dolo né favoritismo.
    Pertanto, lo scioglimento di un consiglio comunale è una misura estrema. Senza “concreti, univoci e rilevanti elementi” come nel caso dell’amministrazione Morra e come richiesto dall’art. 143 del TUEL , per questo motivo si rischia di colpire la democrazia locale sulla base del nulla. I dati e i fatti dimostrano che l’amministrazione ha operato nel rispetto della legalità.

Marano ha diritto ad un’amministrazione. Difendiamo il diritto. Difendiamo il principio secondo cui nessuno — persona o istituzione — può essere condannato senza prove. La legalità si afferma con rigore, non con suggestione.

Nota stampa Italo Montella

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