Il 25 novembre, in tutto il mondo, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della
violenza contro le donne, istituita dall’ONU nel 1999 in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste
dominicane brutalmente assassinate nel 1960 dal regime di Trujillo. La loro storia, segnata da
coraggio e sacrificio, ha dato avvio a un percorso globale di consapevolezza che, dagli anni ’90 a
oggi, coinvolge governi, scuole, associazioni e centri antiviolenza in un impegno condiviso per
proteggere le donne, ascoltarne la voce e difendere la possibilità di un futuro libero dalla violenza.
Questa ricorrenza ha reso visibili vicende che per troppo tempo erano rimaste ai margini, come i
femminicidi di Ciudad Juárez, diventati simbolo di un orrore che travalica confini geografici e
culturali e che rivela la natura sistemica della violenza patriarcale. Un fenomeno che, purtroppo,
continua a colpire ogni parte del mondo, suscitando dolore, rabbia e un profondo senso di
responsabilità collettiva. La società civile ha ormai riconosciuto il femminicidio per ciò che è,
ovvero una forma estrema e radicata di dominio, capace di annientare identità, libertà e dignità.
Anche nel nostro Paese il numero delle donne uccise da un uomo, spesso un partner o un ex partner,
continua a interrogare la coscienza pubblica.
I nomi di Giulia Cecchettin, di Giulia Tramontano, di Sara Campanella e di tutte le altre, sono
divenuti simbolo di tragedie che non avremmo mai dovuto raccontare, tragedie che lasciano una
ferita insanabile nella memoria collettiva e che rappresentano un monito, un richiamo a non
distogliere più lo sguardo.
Al centro del dibattito pubblico è stato posto il patriarcato che, nelle sue forme più subdole e in
quelle più brutali, continua a sottrarre vite, sogni e futuro.
Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani, alla vigilia di una giornata così importante,
rinnova il proprio impegno accanto alle scuole per promuovere azioni concrete di prevenzione e
consapevolezza. E, in linea con l’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030, sostiene l’urgenza di raggiungere
quanto prima l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.
L’educazione resta il nostro strumento più potente, per questo ribadiamo la centralità
dell’Educazione civica, dell’educazione emotiva e relazionale, dell’ascolto e del senso di
responsabilità come basi per formare cittadini capaci di rispetto e non-violenza. Contrastare la
violenza maschile sulle donne significa riconoscere gli stereotipi e smontare le radici culturali del
dominio che, in molte circostanze di disagio psicologico, possono condurre a un tragico epilogo. Al
contrario, bisogna promuovere efficacemente nella società civile modelli affettivi sani e farli entrare
nelle aule scolastiche fin dall’ingresso nel primo ciclo d’istruzione.
In occasione del 25 novembre, il CNDDU invita tutte le scuole italiane di I e II grado a vivere una
giornata di riflessione, memoria e impegno attivo. Si propone pertanto di introdurre in ogni istituto
piccoli, ma significativi, gesti-simbolo per sensibilizzare gli studenti e spingerli a dare un contributo
autentico e profondo alla divulgazione delle finalità e degli obiettivi della giornata celebrativa. Una
sedia vuota in ogni aula sarà dedicata alle donne vittime di femminicidio, affinché quell’assenza
non diventi mai normalità; l’installazione di scarpe rosse all’ingresso della scuola sarà l’immagine-
monito universale che invita a non distogliere lo sguardo; l’esposizione del “Signal for Help” sulle
porte delle classi accompagnato da un fiocchetto arancione, colore della campagna ONU Orange the
World, contribuirà a divulgare il segnale di aiuto che può davvero salvare una donna in pericolo.
A queste azioni si affiancherà una proposta formativa di alcune ore di lezioni e attività di
approfondimento sulla violenza di genere.
•Il “Codice Rosso” e le tutele delle vittime• è l’argomento che il CNDDU propone per far
interiorizzare i valori della legalità e della dignità della persona; attraverso dibattiti in classe, letture
e video-testimonianze, gli studenti, guidati dai docenti, potranno realizzare un lavoro digitale o un
cartellone informativo per la comunità scolastica.
Il CNDDU, come sempre, sarà lieto di pubblicare sul proprio sito i lavori didattici ricevuti per
valorizzarne la creatività, la sensibilità e l’impegno civico.
I giovani non sono soltanto destinatari dei percorsi educativi, sono i protagonisti del cambiamento
culturale che vogliamo costruire.
Oggi ribadiamo che la violenza non è un destino a cui non ci si può ribellare, che il silenzio non è
un rifugio all’interno del quale poter sopravvivere e che l’educazione rappresenta la più autentica
forma di rivoluzione possibile.
L’ONU ci ricorda ogni anno che la difesa dei diritti umani inizia dal riconoscimento
dell’uguaglianza; il MIM ci affida la responsabilità di trasformare questa consapevolezza in pratica
quotidiana dentro le scuole. A noi, docenti e studenti, spetta il compito di tenere viva questa
promessa. Ricordiamo chi non può più parlare. Ricordiamo Giulia Cecchettin, Giulia Tramontano,
Sara Campanella e tutte le altre donne. E camminiamo accanto a chi ha ancora paura.
Ricordare e camminare…perché mai più una donna debba morire per mano di un uomo, e per mano
dell’uomo che diceva di amarla.
prof.ssa Rossella Manco
Segreteria Nazionale CNDDU


