Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime la propria profonda
preoccupazione e la più ferma denuncia per la situazione ormai insostenibile che coinvolge migliaia
di docenti di ruolo costretti a lavorare lontano dalle proprie famiglie. In vista delle vacanze di
Natale 2025/2026, il diritto al rientro verso le province del Sud d’Italia si sta trasformando in un
percorso ad ostacoli, segnato da rincari quotidiani e da una progressiva riduzione delle possibilità di
viaggio.
Le tariffe applicate dalla compagnia Ryanair sulle tratte Nord–Sud hanno già raggiunto livelli
proibitivi per la data del 20 dicembre e continuano a crescere nei giorni immediatamente successivi.
Non si tratta di un’eccezione legata alla stagionalità, ma di un fenomeno strutturale che rischia di
comprimere diritti fondamentali. A questo si aggiunge una rete ferroviaria incapace di offrire valide
alternative: treni ad alta velocità esauriti con largo anticipo, disponibilità ridotte, tempi di
percorrenza incompatibili con le esigenze lavorative e prezzi che superano ampiamente la
sostenibilità economica di un docente.
La stessa dinamica è già evidente anche per il rientro dalle vacanze natalizie nel mese di gennaio,
quando migliaia di insegnanti saranno chiamati a sostenere nuovamente costi sproporzionati per
poter tornare nelle sedi di servizio. Questa doppia penalizzazione – all’andata e al ritorno – sta
generando un forte disagio psicologico e organizzativo, trasformando quello che dovrebbe essere un
momento di ricongiungimento familiare in una fonte costante di ansia e frustrazione.
I dati relativi alle tariffe Ryanair del 20 dicembre parlano con chiarezza: volare da Milano Malpensa
verso Palermo significa affrontare costi compresi tra 175 e 220 euro; verso Catania si raggiungono
punte tra 250 e 270 euro; da Milano Bergamo a Palermo si arriva fino a 236 euro; verso Trapani si
superano i 170 euro; da Torino verso Palermo si oltrepassano i 200 euro; da Pisa verso Palermo si
parte già oltre i 130 euro. Le stesse dinamiche si registrano verso Reggio Calabria, Lamezia Terme,
Crotone, Cagliari e Bari, con prezzi che, in molti casi, superano di gran lunga il limite della
sostenibilità per uno stipendio medio del comparto scuola.
Per il CNDDU questa situazione non può più essere considerata un semplice problema di mercato.
È necessario un intervento pubblico che riconosca la mobilità come una componente essenziale
della dignità del lavoratore. Chiediamo che lo Stato assuma un ruolo attivo nella regolazione dei
prezzi nei periodi di alta mobilità, introducendo meccanismi di calmierazione che impediscano
aumenti sproporzionati legati esclusivamente alla domanda. È indispensabile l’istituzione di una
tariffa sociale stabile per il personale scolastico fuori sede, che riconosca il valore della funzione
educativa e garantisca un accesso equo ai servizi di trasporto.
È altrettanto urgente che venga potenziata concretamente l’offerta di collegamenti, prevedendo
corse straordinarie e un incremento reale dei posti disponibili nelle fasce più critiche, in coerenza
con il calendario scolastico nazionale. Occorre inoltre rafforzare il principio di continuità
territoriale, estendendolo in modo effettivo non solo alle isole ma a tutte le aree strutturalmente
penalizzate del Mezzogiorno. Accanto a questo, riteniamo indispensabile l’introduzione di
strumenti di compensazione economica, come contributi diretti o forme di detrazione delle spese di
viaggio, affinché il diritto a tornare a casa non si trasformi in un lusso riservato a pochi.
Rivolgiamo un appello diretto al Ministero dell’Istruzione e del Merito e al Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, affinché venga aperto con urgenza un tavolo permanente di confronto,
capace di monitorare l’andamento dei prezzi e di intervenire in modo tempestivo. La trasparenza sui
meccanismi di formazione delle tariffe non è più rinviabile: il ricorso incontrollato ai sistemi di
dynamic pricing non può trasformarsi in una forma mascherata di esclusione sociale.
Non chiediamo privilegi. Rivendichiamo un principio elementare di giustizia: chi educa le nuove
generazioni non può essere costretto a scegliere tra il lavoro e la possibilità di abbracciare i propri
familiari nei momenti più significativi dell’anno. Una scuola che vuole educare ai diritti non può
essere fondata sulla loro sistematica compressione.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani continuerà a monitorare la
situazione e a promuovere ogni iniziativa necessaria affinché la mobilità torni a essere ciò che deve
essere: un diritto, non un privilegio.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

