«I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità per il 2024, con 2.379 nuove diagnosi di HIV e una quota del 20% tra i giovani sotto i 29 anni, raccontano una realtà che purtroppo tocchiamo ogni giorno con mano. Viviamo in un contesto che definisco senza esitazioni di maleducazione sentimentale. Con la Fondazione PRO abbiamo osservato quanto sia fragile il rapporto dei giovani con il benessere e con l’educazione all’affettività: troppi ragazzi non parlano di sessualità in famiglia, visitano siti pornografici, uno su quattro ha rapporti sessuali non protetti e solo il 25% ha effettuato una visita di prevenzione.

È evidente che serve un cambio di passo culturale. Dobbiamo invertire questa tendenza con programmi mirati, strutturati e di lungo periodo, soprattutto nelle scuole. È lì che ragazzi e ragazze imparano a confrontarsi, a riconoscere il valore del rispetto, della responsabilità e della prevenzione. Le istituzioni hanno il dovere di occuparsene, senza — ovviamente — deresponsabilizzare i genitori, che restano il primo presidio educativo».

Lo dichiara il professor Vincenzo Mirone, urologo e presidente della Fondazione PRO, in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro l’HIV.

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