A teacher welcome pupils in a classroom at David Johnston primary school on September 4, 2012, in Bordeaux, southwestern France, after the start of the new school year. AFP PHOTO / PIERRE ANDRIEU (Photo credit should read PIERRE ANDRIEU/AFP/GettyImages)

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani denuncia con forza il
persistere del fenomeno delle cosiddette classi pollaio, una realtà che non può più essere considerata
una semplice criticità organizzativa, ma che configura una sistematica compressione dei diritti
fondamentali degli studenti e dei lavoratori della scuola.

Aule sovraffollate, spazi inadeguati e numeri ingestibili sono il risultato di scelte che hanno
progressivamente normalizzato l’emergenza. In queste condizioni la scuola perde la sua funzione
educativa e costituzionale, trasformandosi in un luogo di mera gestione numerica, dove l’attenzione
alla persona, l’inclusione e la sicurezza vengono sacrificate.

Il quadro normativo esiste, ma viene frequentemente piegato nella sua applicazione. Il DPR
81/2009 disciplina la formazione delle classi e consente deroghe entro il limite del 10%, pensate
come strumenti eccezionali. Tuttavia, tali deroghe sono ormai utilizzate come prassi ordinaria,
svuotando la norma della sua finalità originaria. Parallelamente, il D.Lgs. 81/2008 e la normativa
antincendio per l’edilizia scolastica impongono la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro e di studio, richiamando limiti di affollamento e criteri di valutazione del rischio che non
possono essere ignorati.

In particolare, la regola tecnica antincendio individua un massimo di riferimento di 26 persone per
aula: un limite di sicurezza che dovrebbe rappresentare una soglia invalicabile e non un obiettivo
sistematicamente raggiunto. Ogni classe sovraffollata è un fattore di rischio e una lesione della
dignità educativa.

Alla luce di ciò, il CNDDU sottopone al ministro prof. Giuseppe Valditara la proposta di un
Protocollo nazionale per le classi dignitose, articolato su tre direttrici fondamentali:
– Stop alla normalizzazione delle deroghe
Le deroghe numeriche devono tornare a essere realmente eccezionali, motivate in modo
puntuale e subordinate alla verifica di soluzioni alternative, quali sdoppiamenti e utilizzo di
spazi aggiuntivi.
– Introduzione di una soglia nazionale di qualità
Il Coordinamento propone un tetto indicativo di 18 alunni per classe, quale standard di
qualità didattica, relazionale e inclusiva, da perseguire progressivamente sull’intero
territorio nazionale. In presenza di alunni con disabilità, bisogni educativi speciali o in
contesti socialmente fragili, sono necessarie riduzioni ulteriori, affinché il principio di
inclusione non resti solo formale.
– Integrazione tra numero di alunni e spazio fisico
La formazione delle classi deve basarsi su un criterio integrato che tenga conto non solo del
numero di studenti, ma anche della metratura reale delle aule, delle condizioni di sicurezza e
della valutazione del rischio, superando una logica esclusivamente contabile.
In una prospettiva di medio periodo, il Coordinamento chiede l’aggiornamento del DPR 81/2009,
introducendo in modo strutturale il parametro “numero di alunni/spazio disponibile”, e l’istituzione
di un fondo nazionale vincolato per gli sdoppiamenti nelle situazioni più critiche.
Le classi pollaio non sono un problema tecnico, ma una questione di diritti umani e di civiltà
giuridica. Accettarle come normalità significa rinunciare alla funzione costituzionale della scuola
pubblica e tradire il principio di uguaglianza sostanziale.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ribadisce che il diritto
all’istruzione non può essere esercitato in condizioni di sovraffollamento, rumore e rischio.
La dignità non è una variabile organizzativa: è il fondamento stesso della scuola democratica.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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