La lentezza con cui procede l’installazione di impianti da fonti rinnovabili
(FER) è molto preoccupante. Nei primi otto mesi di quest’anno in Italia, a
fronte dell’impegno assunto dal Paese di installare nuovi impianti per
15528MW (Mega Watt) ne sono stati installati 4039MW, il 26%. Ancora
peggio la Toscana che a fronte di 680MW ne ha installati 140MW, il 20,6%.
(Fonte TERNA)

Questo deriva da molti fattori. In primo luogo una legislazione nazionale
farraginosa e zoppa che rende difficoltoso e lungo l’iter di concessione delle
autorizzazioni. Ma a questo spesso si aggiungono comitati locali che si
oppongono alla realizzazione di qualsiasi impianto FER senza distinzione
alcuna tra fotovoltaico e agrivoltaico avanzato, eolico on-shore o off-shore
flottante. Tali comitati trovano spesso ascolto presso le amministrazioni
comunali che magari hanno sempre approvato ogni sorta di progetto o
piano urbanistico cementificatorio sul proprio territorio e, specie in periodo
di campagna elettorale, del politico di ogni parte politica. Tutti sono per la
“transizione energetica” ma mai lì, sempre altrove!
A nostro parere tali atteggiamenti localistici, anche se celati dietro
argomentazioni “ambientaliste”, sono spesso ingiustificati e antitetici
all’interesse generale e ambientale.

La comunità scientifica internazionale ha da tempo lanciato l’allarme sulla
crisi climatica in atto, causata dalle attività umane che mette essa sì a
rischio il territorio, il paesaggio, l’agricoltura, la biodiversità. Unico modo
per contrastarla è adottare misure rapide per ridurre e poi annullare le
emissioni di gas serra causati prevalentemente dall’uso dei combustibili
fossili (petrolio, gas naturale e carbone).
L’Unione Europea, e con essa l’Italia, ha adottato obiettivi ambiziosi che
prevedono, prima la riduzione delle emissioni e poi la cosiddetta “neutralità
climatica” al 2050, cioè l’annullamento totale delle emissioni.

Nel settore energetico tali obiettivi possono essere raggiunti solo
attraverso la produzione di energia elettrica con le fonti rinnovabili e
riconvertendo completamente all’elettrico il sistema dei trasporti e degli usi
termici, dando priorità ai trasporti pubblici su ferro e alle pompe di calore
per il riscaldamento civile, in un quadro di riduzione dei consumi energetici.
L’obiettivo della completa riconversione energetica alle rinnovabili è
necessaria anche in considerazione della limitatezza delle fonti fossili, la cui
disponibilità è vicina al picco produttivo, cosa che acuisce anche i rischi di
conflitti internazionali. Tale scelta è ancora più importante in un Paese come
il nostro, quasi privo di risorse nazionali fossili e, per questo, dipendente
completamente dall’estero e dalla accresciuta volatilità dei prezzi.
Nessuna tecnologia o attività umana è senza un impatto sull’ambiente, ma
la scelta “rinnovabile” è indispensabile e le navi gasiere producono esse
stesse un impatto molto superiore, oltre alle emissioni serra del gas
combusto. Quindi ogni singolo progetto FER deve essere valutato con
attenzione, in particolare se agrivoltaico avanzato, che garantisce la
convivenza tra produzione di energia e mantenimento dell’agricoltura
(almeno 70% della superficie deve rimanere agricola). La proposta di
utilizzare per il fotovoltaico le coperture degli edifici civili e industriali, dei
parcheggi, ecc. è giusta ma anche un falso argomento data l’estensione del
tutto insufficiente di quelle superfici rispetto all’enorme fabbisogno di
energia da FER. Del resto esse sono già oggi privilegiate dalla legislazione
nazionale.

L’urgenza della sfida climatica, dell’indipendenza energetica nazionale e la
complessità di una conversione alle fonti rinnovabili appena iniziata, non
possono ammettere tentennamenti e ritardi, tanto più se causati da
opposizioni preconcette e localistiche.
Interverremo successivamente con proposte sul nostro territorio.
https://www.lacittaecologica.it/wp/2025/07/06/transizione-energetica-
come-la-vediamo-noi/
Pisa 25 settembre 2025.

Associazione ambientalista
LA CITTÀ ECOLOGICA APS

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