In occasione della Giornata Mondiale dell’Habitat, 3Bee, la nature tech company che sviluppa tecnologie per la tutela della biodiversità, e XNatura, la sua divisione di AI & IoT Nature Intelligence che si concentra sul monitoraggio e la gestione dei rischi e degli impatti ambientali, presentano i risultati dell’analisi 2025 sul patrimonio verde urbano di alcune delle principali città italiane. Dati allarmanti per Milano che dispone di circa 25 metri quadri di verde (totale tra pubblico, privato, parchi, aiuole) per cittadino, meno dello spazio di 3 posti auto e, con appena 1,28 piante stimate per abitante, i milanesi vivono in un deserto urbano. Napoli con circa 37 metri quadri e 1,82 piante, Torino con circa 46 m² e 2,32 piante, e Bari con circa 60 m² e 3,54 piante seguono.
“La nostra piattaforma di monitoraggio ambientale combina analisi satellitari, database pubblici, dati raccolti in campo da sensori e analisi di laboratorio con algoritmi di intelligenza artificiale per fornire dati accurati e aggiornati sulla natura e sulla biodiversità. Queste tecnologie ci permettono di processare grandi quantità di dati, rendendo possibile un monitoraggio costante e oggettivo degli impatti delle attività su natura, clima e biodiversità, fornendo alle pubbliche amministrazioni, ai privati cittadini, alle imprese, informazioni fondamentali per la pianificazione territoriale e la gestione della natura e della biodiversità.”
– Simone Mazzola, CGO | 3Bee & XNatura
I dati raccolti attraverso questa ricerca costituiscono una base scientifica fondamentale per orientare le politiche di pianificazione urbana, valutare i servizi ecosistemici forniti dal verde urbano e supportare le amministrazioni nell’identificazione delle aree prioritarie per interventi di rigenerazione e nella definizione di strategie di adattamento climatico. In questo contesto i Crediti di Biodiversità, emergono come strumento rivoluzionario e come risposta concreta per invertire questa tendenza. Infatti, un credito di biodiversità è una certificazione che attesta e quantifica il miglioramento della biodiversità in una specifica area.
Ogni credito rappresenta 1.000 metri quadrati equivalenti di habitat rigenerati e monitorati per un anno, con la tracciabilità dei risultati ottenuti al centro. A tale proposito, proprio il 23 settembre 2025 è stato pubblicato ufficialmente lo standard UNI/PdR 179, una norma volontaria che ha l’obiettivo di regolamentare la generazione dei crediti di biodiversità.
“Questo rappresenta un passo importante verso un’economia che riconosce e valorizza i servizi ecosistemici: fornisce uno strumento concreto per chi vuole essere parte della soluzione. Permette di trasformare la biodiversità da costo a opportunità, da vincolo a valore e lo fa in modo rigoroso, scientifico, verificabile. Con i Crediti di Biodiversità enti, istituzioni e aziende possono letteralmente adottare e proteggere un pezzo di territorio, vedendo in tempo reale l’aumento di biodiversità attraverso sensori e monitoraggio satellitare.”
– Niccolò Calandri, CEO | 3Bee & XNatura
Si pensi che oltre la metà del PIL globale dipende dalla natura, con il 72% delle aziende europee che si basano su servizi ecosistemici. Tuttavia, i finanziamenti pubblici da soli non sono sufficienti per garantire la protezione della biodiversità: nell’Unione Europea sono necessari 65 miliardi di euro all’anno per raggiungere questo obiettivo. La risposta arriva dai Crediti di Biodiversità, uno strumento che permette di mobilitare fondi privati, principalmente dalle aziende, per investire nella rigenerazione dei territori. Per questo, l’obiettivo di XNatura è proprio quello di raccogliere, elaborare e analizzare dati ambientali per accompagnare municipalità, imprese e parchi naturali nel monitoraggio e gestione dei rischi e degli impatti su natura, biodiversità e clima.
Inoltre, 3Bee ha partecipato attivamente al tavolo di scrittura della prassi di riferimento UNI per la generazione dei Crediti di Biodiversità, uno standard innovativo che sarà applicabile a livello internazionale. Questa prassi rappresenta un passo fondamentale verso la standardizzazione della misurazione e valorizzazione della biodiversità, permettendo alle aziende di quantificare e certificare il proprio impatto positivo sugli ecosistemi.