A Catania la Fondazione Puglisi Cosentino ha organizzato la mostra i miti dell’arte contemporanea, curata
da Francesco Poli e Vincenzo Sanfo, nella sede della fondazione di Palazzo Valle, possiamo trovare grandi
nomi quali Gilberto Zorio, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Alighiero Boetti, esponenti di spicco
della corrente dell’arte povera. Poi abbiamo:David Tremlett, Jonathan Monk, Sol Lewitt, John Armleder,
figure di primo piano dell’arte minimalista. Per citare altri nomi abbiamo Ugo Carrega e Lamberto Pignotti,
grandi esponenti della poesia visiva e concreta degli anni sessanta e settanta, e sono presenti anche
importanti artisti del movimento della transavanguardia italiana come Sandro Chia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di grande interesse, è la sezione dedicata alle ultime tendenze dell’arte cinese, troviamo un arte più autenticamente originale,
maggiormente sicura delle proprie caratteristiche, sia pubbliche che storiche, abbiamo il contrasto tra la
generazione delle grandi battaglie politiche, effettuate naturalmente anche attraverso l’arte, ma usate pure
per pubblicizzare le proprie opere artistiche, e un nuovo gruppo creativo che ha cercato di costruire altre
forme espressive, capaci di raggiungere nuovi orizzonti con nomi come Ai Weiwei, con i famosi semi in
ceramica, gli altri scultori cinesi presenti qui sono:Ma Han e Zhang Zhaohong, e due artiste donne come
Zhang Hongmei e Xiao Lu, tutta la rassegna si sviluppa al secondo e al terzo piano del palazzo. Altri grandi
nomi presenti sono, quelli della celebre artista performativa Marina Abramovich, dello scultore Mauro
Staccioli, della figura legata alla Pop Art Internazionale Mimmo Rotella, di Giulio Paolini, Peter Wuetrich,
Anselm Reyle e Vector Pisani. Andando più in profondità di questa mostra, la maggior parte delle opere
arrivano da collezioni private di notevole prestigio, molti pezzi esposti difficilmente sono visibili in altre
istituzioni culturali. Troviamo opere di varia natura quali video, grafiche, istallazioni, sculture, e disegni,
alcuni artisti hanno addirittura delle sale personali, come il grande Giulio Paolini, artista di gusto
concettuale, con l’opera Casa di Lucrezio. Quest’opera è costituita dal calco di diverse teste che
rappresentano il poeta romano Lucrezio, alcune rotte e alcune intere, e una tavoletta in gesso distrutta in
varie parti, in cui troviamo raffigurato un labirinto ritrovato in una colonna nella casa di Lucrezio a Pompei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ un dialogo profondo tra il Paolini e il poeta.Un altra sala personale è dedicata a Franco Politano, che ha
realizzato delle opere scultore appese,in omaggio a Rembrandt, che trattano il purtroppo attuale tema
delle morti sul lavoro. Nel dettaglio, le altre opere presenti sono “ Dal castello di foglie “ di Mario Merz,
una parte dell’istallazione “Torre di bambù” esposta a Berlino nel 1982, la grande opera di 81 tavole dal
titolo “ Insicuro noncurante” di Alighiero Boetti, una stella della serie “Fusioni” di Gilbero Zorio, “Tangled
Bands” grande gouche di carta di Sol Lewitt. Di Mimmo Rotella, abbiamo due dei suoi classici dècollage
dal titolo “Americano” e “C’era una volta”, e un opera della serie “Banality Series” di Jeff Koons. Come
detto, in questa rassegna c’è anche Ai Weiwei,approfondendo, possiamo dire che è nato a Pechino nel
1957, figlio d’arte poiché suo padre era il celebre poeta e artista Ai Qing. Negli anni settanta, fondò il
gruppo artistico Stars( che in Italiano significa stelle), che fu il primo grande gruppo cinese di arte
contemporanea, ne facevano parte oltre ad Ai Weiwei, Qu Leilei, Ah Cheng e Li Shuang. Nel Settembre del
1980, il governo di Pechino concesse a questo gruppo la possibilità di esporre alla China Art Gallery , e ciò
possiamo dire che fu rivoluzionario, dal momento che si trattava della prima mostra di arte
contemporanea in un istituzione museale cinese, e questo attirò moltissimi visitatori.Poco tempo dopo il
gruppo si sciolse, e Ai Weiwei si spostò a New York, dove si sposò e sviluppò maggiormente il suo percorso
artistico, nella grande mela frequentò due rinomate scuole di design, vale a dire l’Art Students League e la
Persons The New School For Design. Ai Weiwei espose nella sua prima e unica mostra personale a New
York, precisamente alla Ethan Cohen Gallery nel Marzo del 1988, per citare un opera di questo periodo
abbiamo Profile of Duchamp. Sunflower seeds, come si evince dal titolo è un opera-omaggio a Marcel
Duchamp, uno degli artisti più amati dal genio cinese, descrivendola consiste in una gruccia trasformata
nel profilo dell’artista, all’interno abbiamo dei semi di girasole, fonte primaria di nutrimento in Cina. Dopo
esserci tornato nel 1993 , per stare accanto al papà malato, contribuisce a creare l’Eeast Village di Pechino,
un associazione di artisti d’avanguardia. Nel 1997 fonda e dirige, assieme ad altri, l’Archivio delle arti cinesi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla fine degli anni novanta inizia a dedicarsi anche all’architettura, creando un suo studio a Caochangdi,
nella zona periferica a nord di Pechino, nel 2003, oltre a fondare un altro studio esegue una grande opera
dal titolo, Map of China, un opera scultorea realizzata a mo’ di puzzle, costruita con pezzi di legno
derivanti dai templi della dinastia Qing, che erano stati distrutti dal regime. Inoltre, Ai Weiiwei ha realizzato
insieme a Herzog E de Meuron, architetti svizzeri, sia lo Stadio nazionale di Pechino che il padiglione della
Serpentine Gallery di Londra. L’artista cinese, oltre a tutto ciò è conosciuto per il suo impegno civile, cosa
per cui ha pagato direttamente le conseguenze,esercitandolo in un paese molto difficile come la
Cina.Infatti, il suo studio di Malu Twon, aperto nel 2008 a Shangai, proprio per volontà delle autorità cinesi
per adibire quell’aria a spazio artistico, viene distrutto l’11 Gennaio del 2010,nonostante ciò Ai Weiewei
riusci’ a riprendere parti dell’edificio.Come se già questo non bastasse, l’artista fu rinchiuso per 81 giorni
nelle prigioni cinesi, l’intero mondo artistico e non solo, fece numerosi appelli e iniziative per farlo liberare.
Ai Weiwei ancora oggi è un sorvegliato speciale,e rimane un punto di riferimento per la libertà di
espressione nel mondo.Un altro nome presente in questa mostra è Michelangelo Pistoletto, con i “quadri
specchianti”, nato a Biella nel 1933, anche lui è figlio d’arte, poiché suo padre era Ettore Olivero Pistoletto,
pittore molto noto nel biellese.Proprio nella bottega del padre, il Pistoletto inizia ad apprendere le prime
tecniche pittoriche e a conoscere i vari stili artistici, frequentando varie gallerie torinesi come la Galleria
Notizie di Luciano Pistoi e il Museo Civico. Negli anni sessanta, inizia a sviluppare il concetto dei cosiddetti
“quadri specchianti”, che abbiamo citato prima.Si tratta di figure attaccate in uno specchio,
successivamente questo elemento viene sostituito dal plexiglass.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1967 l’artista realizzerà una delle sue opere più celebri, la Venere degli stracci.
Per eseguirla, Pistoletto acquistò la statua in un negozio di articoli da giardino, e casualmente gli venne l’idea,
quando mise accanto alla scultura un insieme di stracci che aveva nel suo studio.
E’ il contrasto tra la “perfezione” dell’arte classica, e il caos della società moderna. Di
quest’opera esistono varie versioni, conservate precisamente alla Fondazione Pistoletto a Biella, al Museo
d’arte Contemporanea Donnaregina a Napoli, al Museo d’arte contemporanea del castello di Rivoli, e alla
Tate Gallery di Liverpool.Pistoletto cerca di far unire la sua arte con la salvaguardia del pianeta, cercando di
salvare uno per far continuare l’altro. La rassegna è visitabile fino al 31 Maggio 2025, per tutta la settimana
dalle ore 10:00 alle ore 20:00. Il biglietto è dodici euro, ridotto a dieci con un gruppo minimo di 6 persone
over 65, e i bambini dai 6 ai 14 anni. Le scuole pagano solo 6 euro, i bambini da 0 a 6 anni non pagano,cosi’
come le persone diversamente abili.

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