Arte

ARTE. Procida, opera sul letto di una prigione a Palazzo D’Avalos

Il talento di uno dei più grandi artisti contemporanei, Francesco Arena, ha reinterpretato un vecchio letto recuperato all’interno di Palazzo d’Avalos, già carcere borbonico sull’isola di Procida.

L’opera si intitola “Letto per i giorni e le notti”, che venne esposta per la prima volta nel 2022, nell’ambito della mostra “Sprigionarti”, nel programma da Capitale Italiana della Cultura, e che torna sull’isola per diventare stabilmente parte del percorso di visita del complesso.
L’operazione fa parte del progetto supportato dal PAC 2024 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, con cui il Comune di Procida ha acquisito l’opera, che sarà installata al piano superiore del di Palazzo D’Avalos.

Sabato 31 maggio alle 12 è previsto l’evento di restituzione al pubblico, alla presenza dell’autore, del sindaco di Procida Dino Ambrosino e di Laura Trisorio. “Siamo orgogliosi – spiega Marco Lauro, responsabile del progetto che è a cura di Bruna Roccasalva – perché con questo risultato non è stato premiato soltanto il progetto di acquisizione di un’opera ‘site specific’, ma la volontà di creare una collezione che parli del Palazzo con il linguaggio dell’arte contemporanea”.
L’opera di Francesco Arena è costituita dalla rete di un vecchio letto, su cui presumibilmente dormivano i carcerati: vi è adagiata una lastra di rame che riportata la frase ‘La luce si sta cambiando in ombra’ e il suo inverso ‘L’ombra si sta cambiando in luce’. Si tratta di un lavoro site-specific, concepito dall’artista in dialogo con gli ambienti del ex bagno di pena. “Quel carcere – spiega l’autore – è un luogo dove il tempo si è fermato a quell’epoca, solo il tempo naturale del disfacimento ha proseguito il suo corso. Tutto ciò che è rimasto lì dentro: divise, scarpe, suppellettili, ha registrato il passaggio del tempo. Quando ho visitato il carcere ho pensato che questi letti fossero tanti luoghi intimi, lì dentro, come in tutte le strutture come carceri, ospedali e caserme dove è sempre tutto in condivisione. Il letto è l’unico spazio veramente privato, l’unico spazio di evasione. Un’evasione concessa attraverso il sonno, il sogno, l’oblio. Questa, come tutte le mie opere, non nasce in maniera lineare, ma è sempre un gomitolo di suggestioni che si organizzano e prendono una forma”. I lavori di Francesco Arena sono nelle collezioni dei più prestigiosi musei nazionali e internazionali dal Walker Art Center di Minneapolis al Philadelphia Art Museum, dal Castello di Rivoli al Museo MAXXI di Roma fino al Museo Madre e al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli.

Redazione

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