Prendendo spunto da un pensiero condiviso da una persona per me importante, che ringrazio, vorrei soffermarmi sul concetto di “Ghosting” che sta a significare letteralmente “sparire come un fantasma”.

I rapporti interpersonali, che siano in una relazione d’amore o di amicizia, sono generalmente costituiti da comunicazione; il ghosting subentra nel momento in cui, uno dei due soggetti coinvolti, non interagisce più nel rapporto e lo fa sparendo.

Tendenzialmente si pensa che, dal punto di vista psicologico/sociale/relazionale, chi compie l’azione di sparire sia affetto da un disturbo della personalità, e che non riesca a mantenere un rapporto solido a causa di problematiche pregresse che, talvolta, hanno a che fare con esperienze rimosse.

Chi non ha mai ricevuto del ghosting? Tutti, almeno una volta nell’arco delle esperienze personali, hanno subìto un trattamento del genere; le conseguenze che si sperimentano sono dannose per sé stessi e per la sfiducia e la disillusione che si ripone nei confronti dell’altro.

Probabilmente, però, il ghosting cela una profondità di azione che può dipendere dal momento di vita che si sta attraversando: quando ci si sente incompresi, giudicati, additati, disprezzati, quando manca una sana comunicazione che è il sostrato di ogni comprensione, quando le spiegazioni non bastano e si annullano dinanzi alla reticenza ci si annulla. Ci si chiude nel proprio mondo fatto di silenzio e di poche parole, poiché queste ultime dovrebbero essere perennemente accompagnate dalla delicatezza di un sentire profondo ed empatico, senza finalità.

Dunque, la non-comunicazione non sempre nasconde superficialità e disinteresse, tutt’altro: non sempre il ghosting nasconde il vero ghosting.

L'Altra Notizia

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