ATTUALITÁ. Sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale, dinanzi al baratro in cui rischia di ripiombare l’umanità col dilagare irrefrenabile dei neo-fascismi e neo-colonialismi -rischio palpabilmente tangibile, non farneticato né delirato-, di fronte al collasso ambientale generato dalla crisi climatica, il cui impatto socio-economico, di proporzioni mai così notevoli nella storia dell’umanità “civilizzata”, è trascurato e sottostimato in termini di concreto rischio di sopravvivenza della specie umana – ma d’altronde al pericolo di estinguerci non siamo forse assuefatti dalle ripetute minacce di “olocausto nucleare”?-  “Il mio cuore è più stanco della mia voce”.

E se le sorti del mondo sono appese al filo esilissimo della labile stabilità mentale di Trump, o del delirio vanaglorioso di Putin – e dei burattini da loro mossi- , e quelli dell’Italia dalla donna-madre-cristiana Meloni -filotrumpiana, convinta e devota proselite di Musk- pronta a mobilitare le sue “squadre d’azione” di fronte agli ultimi singulti democratici nelle piazze,  i destini più discussi nelle ultime ore sono, ironia della sorte, quelli del nostro comune, la nostra Hollywood italiana, costantemente sotto i riflettori, bersaglio prediletto dell’inarrestabile macchina del fango che, all’occasione, si mette in moto.

Al pari del decadimento della classe politica del nostro secolo, terrificanti sono la degradazione e il disfacimento del giornalismo italiano. Ad eccezione, chiaramente, di qualche voce fuori dal coro.

Tra gli asserviti al potere, “le voci di regime”, e i boriosi narcisi che predicano dal pulpito -non mancando anch’essi di distorcere le informazioni- da preferire sono certamente i primi. Per la loro ignoranza, quantomeno. Per la mancata presa che hanno sulla realtà e l’incapacità di viaggiare “in direzione ostinata e contraria”. I secondi, al contrario, pur operando una serratissima distinzione manichea tra bene e male -senza possibilità di zone grigie o franche- scelgono, nondimeno, una malignità calcolata, autori di Filippiche contemporanee malriuscite. Nonostante la presunta integrità – che da soli si attribuiscono- non sono forse anch’essi vittime dell’ondata di de-umanizzazione che ci investe? Obiettivo precipuo della loro professione- o per meglio dire, nella maniera da giornaletto scandalistico quale loro la intendono-: non salvare nessuno. E indurre al sorriso, o meglio ancora, alla risata grassa e sguaiata. Distruttivamente critici, poco operativi e propositivi, si ergono a paladini della giustizia, vaneggiatori della salvezza della patria.

 

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