Nina (nome di fantasia) è una ragazza, ormai donna, con la sindrome dello spettro autistico ad alto funzionamento; lo spettro autistico ad alto funzionamento sta a significare che chi ne è affetto è parzialmente o totalmente indipendente, capace di portare avanti un discorso di senso compiuto, con un buon grado di attenzione e con la capacità di svolgere le normali attività quotidiane in maniera autonoma.
Nina è innamorata di Angelo, e insieme hanno scoperto cosa significa provare desiderio; da questa unione, così forte e folle, sta per nascere una bambina che chiameremo Ines.
Nina e Angelo si sono conosciuti al centro riabilitativo per i ragazzi diversamente abili, e sin dal principio hanno avuto affinità e piacere di trascorrere del tempo insieme: hanno dipinto, raccontato e inventato storie, suonato e cantato, ballato e nuotato durante la terapia multisistemica in acqua, essenziale per lo spettro autistico.
In un giorno come tanti, Nina e Angelo si sono amati e donati, proprio come una coppia sa fare, senza pensare a cosa sarebbe potuto accadere.
Nina, con il sostegno della sua famiglia in primis -tra difficoltà, insicurezze, sensi di colpa e disperazione-, ha portato avanti la gravidanza coccolando il pancione e ammirando le sue morbide forme, proprie di una donna in attesa della sua creatura.
Gli sguardi curiosi hanno indagato su questa storia così delicata, chiedendosi come sarebbe andata a finire e che futuro potesse avere una bambina nata da una unione tra due ragazzi autistici.
È chiaro che il pregiudizio si insinua in ogni contesto, sottraendo l’empatia e aggiungendo il pettegolezzo.
Cosa è accaduto a Nina e alla sua bambina? Una frase d’effetto ha spiazzato chiunque li conoscesse: «io e Angelo ci amiamo. Nasce Ines. Io divento la mamma. Angelo diventa il papà» per citare le parole della protagonista di questo racconto dai contorni indefiniti.
Ines è nata ed è stata affidata alla sorella maggiore di Nina, già mamma di un bambino: il distacco graduale non ha arrecato sofferenza a Nina, divenuta consapevole che sua sorella si prenderà cura della sua creatura amabilmente.
Cosa ho imparato da questo vissuto? La risposta è da ricercare nel significato più puro dell’amore: disinteressato, disarmato e senza aspettative; Nina ama perché ama, per la felicità della presenza di Angelo nella sua vita e per quello che hanno generato insieme. Nell’unione. Nell’incastro.
Le barriere del pregiudizio sono state distrutte dalla forza del sentimento: «l’amore vero, tu lo sai, è volere la gioia di chi non ci appartiene» Giuseppe Conte.