Nel 1977, l’Assemblea Generale dell’ONU dichiarò il 29 novembre Giornata Internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. Non è una data casuale. È la data in cui trent’anni prima, una risoluzione dell’Onu aveva sancito la nascita dello stato d’Israele su territorio palestinese. Aver scelto tale data ribadisce un concetto fondamentale: ai palestinesi è stato imposto il fardello di un’ ingiustizia storica enorme e la comunità internazionale si fa carico del suo ricordo.
Ma ha un senso questo ricordo alla luce dei massacri continui che ogni mese di novembre ha visto, dal 77 ad oggi ed anche prima, culminati lo scorso novembre in un genocidio che prosegue indisturbato dinanzi ai nostri occhi?
È solo un esercizio di vuota retorica oppure i diritti inalienabili del popolo palestinese, di cui gran parte della popolazione mondiale oggi si sta facendo carico con il più imponente movimento di dissenso degli ultimi decenni, sono ancora un obiettivo da perseguire per garantire non solo il rispetto della Carta dei diritti dell’uomo ma anche l’utilità e la validità delle agenzie internazionali preposte a questo compito?
I popoli chiedono giustizia. E non può esservi giustizia per alcuno senza una pace giusta in Palestina. Di questa istanza globale e condivisa ci facciamo portatori oggi e la sottoponiamo con forza alla vostra attenzione
L’incapacità di proteggere il popolo palestinese, condannato ad una sorte infausta proprio a causa delle inadempienze delle Nazioni Unite, potrebbe rimanere come una macchia davvero indelebile nella coscienza dell’umanità. Ma quella sorte infausta noi popoli del mondo possiamo ancora cambiarla. E l’ONU che ha reso i palestinesi il popolo ultimo tra gli ultimi non può sottrarsi a questo, per etica, civiltà, umanità.
Chiediamo al nostro Governo
di interrompere immediatamente la vendita di armi ad uno stato che attualmente è dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia per genocidio;
di cessare ogni accordo accademico;
di interrompere altresì i rapporti diplomatici con tale stato fino a che non siano soddisfatti i requisiti minimi di rispetto del diritto internazionale e della legge umana;
di attivare un embargo totale attraverso, boicottaggio, sanzioni e disinvestimento alla stregua dell’operazione che contribuì ad abbattere il regime di apartheid in Sudafrica;
di sospendere la propaganda di guerra pro Israele diffusa dai media;
l’uscita dell’Italia dalla NATO e la chiusura immediata di tutte le basi presenti nel nostro territorio;
che si impegni a riconoscere lo Stato di Palestina, come già hanno fatto nazioni di ben consolidata civiltà;
che ritiri ogni provvedimento repressivo e di censura primo fra tutti il DDL 1660 che impedisce di manifestare il dissenso e criminalizza i manifestanti in sostegno del popolo Palestinese.

Ribadiamo il nostro sostegno incondizionato alla resistenza palestinese come previsto dalla legge internazionali e dalle Convenzioni di Ginevra.
Vogliamo discutere collettivamente del genocidio in atto in Palestina con un’assemblea pubblica per organizzare una manifestazione a Marano, che coinvolga tutta l’Area Nord di Napoli e lanci un forte segnale di opposizione all’escalation della guerra di Israele in Medio Oriente e alla complicità del nostro Governo con lo Stato sionista e terrorista israeliano.

Invitiamo le associazioni, le realtà territoriali, quanti e quante si sentono di sottoscrivere questo appello in sostegno del popolo palestinese e libanese il 16 novembre alle 11 presso la Casa del Popolo di Marano.
In solidarietà con il popolo Palestinese FERMIAMO IL GENOCIDIO!

L'Altra Notizia

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