Ha impiegato pochi minuti a dilagare sui social network e tra le principali
testate giornalistiche la notizia, poi rivelatasi fuorviante, della “bocciatura del pacchetto
sicurezza”. Questa comunicazione ha generato profonda preoccupazione e disorientamento tra i
Carabinieri, già scossi da un acceso dibattito istituzionale.
La discussione è stata innescata da una relazione dell’Ufficio del Massimario della Corte di
Cassazione, che ha sollevato perplessità riguardo i presupposti per la decretazione d’urgenza e
profili di incostituzionalità su alcune misure del cosiddetto “pacchetto sicurezza”, in particolare
quelle relative alle tutele del personale delle forze di polizia.
Nonostante la relazione illustrativa non sia vincolante – pur potendo anticipare il giudizio della
Corte Costituzionale – le successive interviste e repliche di partiti politici e della stessa Presidente
della Cassazione sono state percepite come uno scontro tra poteri dello Stato. Questa situazione ha
generato un’anomalia nelle normali procedure e, soprattutto, sconcerto tra gli operatori della
sicurezza che speravano in un aumento delle pene come deterrente efficace per prevenire azioni
delittuose, garantendo maggiore serenità nello svolgimento delle loro attività istituzionali a favore
della collettività.
Dal punto di vista sindacale, Gennaro De Falco, componente del Comitato Nazionale del
MOSAC, dichiara:”In relazione alle norme a favore del personale delle forze dell’ordine
nell’esercizio delle proprie funzioni, il MOSAC non ha mai chiesto scudi penali, immunità o
impunità. Tuttavia, le quotidiane aggressioni subite dagli operatori della sicurezza in ogni parte del
Paese – con traumi, lesioni e, talvolta, il sacrificio della propria vita – devono servire da monito
per tutti coloro che sono chiamati a garantire tutele ai Carabinieri e, di riflesso, sicurezza allo
Stato e alla collettività.”
De Falco prosegue: “La relazione degli Ermellini, che riprende l’orientamento della giurisprudenza
costituzionale, non deve innescare polemiche inutili e fuorvianti, ma deve essere intesa come un
contributo e una guida per trovare soluzioni e migliorare le norme.”
Queste incertezze minano la serenità dei Carabinieri, spesso costretti a prendere decisioni rapide che
non possono attendere la conclusione di dibattiti politico-giuridici. Si rende quindi necessario un
intervento immediato da parte del Governo per incrementare la risibile somma messa a
disposizione per la tutela penale. Al contempo, a seguito dell’incertezza normativa, si auspica una
nota esplicativa da parte dell’Amministrazione al fine di informare il personale, che ad oggi vive
una situazione di disagio.