Roma: L’8 marzo “ci deve obbligare a porre il massimo dell’attenzione sulle discriminazioni e sulle violenze che subiscono ancora troppe donne nel nostro Paese”. Lo afferma il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in un messaggio dedicato a tutte le donne e in particolare a quelle che ogni giorno si trovano a dover affrontare situazioni di difficoltà e pericolo a causa di violenze che non sono soltanto fisiche, ma anche psicologiche, coercitive, di privazione della libertà o economiche.
“Discriminazioni e violenze”, prosegue la responsabile del Viminale invitando tutte le donne ad aver fiducia nelle istituzioni e a denunciare “subito ogni violenza”, che “hanno conseguenze per l’intera società, fino a minare le fondamenta della convivenza civile”. Parole che trovano riscontro nei dati elaborati dal Servizio analisi criminale della Criminalpol e che confermano la gravità di un fenomeno, quello della violenza di genere, che necessità continue azioni di prevenzione e contrasto. Il 2020 ha visto infatti ha visto una diminuzione significativa dei c.d. “reati spia” (-6%) ovvero tutti quei delitti che sono espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica diretta contro una donna in quanto tale. Diminuzione che si accompagna anche al netto calo degli omicidi (-13% rispetto al 2019) consolidando un trend in flessione già da alcuni anni. È aumentata, però, l’incidenza percentuale di donne uccise che passa dal 35,2% nel 2019 al 41,1% nel 2020 (sul totale di omicidi commessi): un incremento significativo, dice il Viminale, se si considera che il 2020 è stato un anno che ha registrato un calo generalizzato del numero dei reati a causa delle misure adottate per contenere il contagio da Covid 19. Non solo: sebbene nel 2020 sia stata rilevata una diminuzione degli omicidi commessi in ambito familiare e affettivo (151 nel 2019, 144 nel 2020), emerge l’aumento dell’incidenza percentuale delle vittime donna (dal 62% nel 2019 al 69% nel 2020): vittime che hanno trovato la morte per lo più per mano del partner o dell’ex partner. Si tratta per lo più di omicidi commessi per “lite o futili motivi” o per moventi “passionali”. Serve dunque uno “sforzo di riflessione e di conseguenti azioni – sottolinea ancora Lamorgese – che va messo in atto non solo l’8 marzo ma tutti i giorni dell’anno”. Il ministro ha ricordato che negli ultimi due anni sono stati destinati 2,5 milioni sia ai familiari delle donne vittime di femminicidio sia a quelle vittima di violenza sessuale. E a questi si aggiungono, da settembre scorso, gli aiuti economici per le famiglie affidatarie di minori rimasti orfani a seguito di crimini domestici o di violenza di genere. “Ancora una volta – conclude il ministro – mi rivolgo a tutte le donne che si trovano, o potrebbero trovarsi, in una situazione di difficoltà per dire loro di continuare ad avere fiducia nelle istituzioni, nelle forze di polizia e nella magistratura che sono sempre al loro fianco. Bisogna denunciare subito le situazioni di pericolo”
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