L’ultimo turno di Serie B ha regalato agli appassionati di calcio una serie di partite emozionanti, sebbene ci siano stati ben 6 pareggi ed appena 4 vittorie: quelle del Sassuolo e del Pisa che così allungano sulle immediate inseguitrici e quelle della Cremonese e del Palermo che rilancia le sue ambizioni per centrare un posto nei play-off. Tuttavia, a macchiare la bellezza dello spettacolo sportivo sono stati due gravi episodi di razzismo verificatisi durante Brescia-Sampdoria e Reggiana-Bari, che hanno riportato sotto i riflettori un problema purtroppo ancora presente negli stadi italiani.
Gli episodi di razzismo: un Problema Irrisolto
Durante Brescia-Sampdoria, il centrocampista nigeriano Ebenezer Akinsanmiro è stato vittima di ululati razzisti da una parte della curva del Brescia. Anche durante Reggiana-Bari, l’esterno algerino Mehdi Dorval è stato bersagliato di insulti razzisti, costringendo l’arbitro ad interrompere temporaneamente il gioco.
Brescia-Sampdoria
Durante la partita al “Rigamonti”, il centrocampista nigeriano della Sampdoria, Ebenezer Akinsanmiro, è stato bersagliato da ululati razzisti provenienti da una parte della curva del Brescia sin dai primi minuti di gioco. Dopo che il compagno di squadra Cosa ha segnato il gol del vantaggio, Akinsanmiro ha risposto agli insulti con un’esultanza provocatoria, mimando una scimmia e battendosi il petto, gesto che ha ulteriormente acceso gli animi sugli spalti. L’arbitro ha ammonito il giocatore per l’esultanza, mentre l’allenatore della Sampdoria, Leonardo Semplici, ha deciso di sostituirlo per evitare ulteriori tensioni. A rendere il tutto ancora più o candescente ci ha pensato, nel post-partita, l’allenatore del Brescia, Pierpaolo Bisoli, che ha dichiarato: “con le sue scene si incita alla violenza. Non si provoca così il pubblico”. Decisamente meglio l’allenatore della Sampdoria, Leonardo Semplici: “Akinsanmiro? Deve imparare a saper gestire certe situazioni, ma quei cori non sono umani”.
Reggiana-Bari
A Reggio Emilia, durante la sfida tra Reggiana e Bari, l’esterno algerino del Bari, Mehdi Dorval, è stato oggetto di insulti razzisti da parte dei tifosi locali. L’arbitro Prontera ha interrotto il gioco al 21º minuto, permettendo allo speaker dello stadio di fare un annuncio per invitare il pubblico a mantenere un comportamento corretto. La partita è ripresa dopo sette minuti, con i giocatori che hanno mostrato solidarietà verso Dorval.
Questi episodi evidenziano come il razzismo sia ancora un problema radicato nel calcio italiano e nella società in generale. Del resto se da un lato la politica – anche e soprattutto quella istituzionale – fomenta l’odio verso il diverso, le contromisure prese dal sistema calcio sono assolutamente inadatte e totalmente schiacciate sul livello repressivo: multe o richiami, si sono dimostrati insufficienti a debellare questi comportamenti discriminatori.
Per affrontare efficacemente il problema del razzismo negli stadi, è necessario adottare un approccio più incisivo e proattivo provando, ad esempio, ad implementare programmi educativi rivolti ai tifosi, alle scuole e alle comunità locali per promuovere i valori dell’inclusione e del rispetto. Il razzismo non è fenomeno circoscritto al mondo del calcio né tanto meno nasce sugli spalti di uno stadio e, quindi, sarebbe quanto meno superficiale pensare di poter risolvere un problema di questa portata rimanendo chiusi nel proprio mondo o semplicemente mettendo in campo campagne di sensibilizzazione trite e ritrite che non incidono in alcun modo.
Solo attraverso un impegno collettivo e strategie concrete sarà possibile contrastare efficacemente il razzismo nel calcio e nella società italiana.