A seguito della proposta di proroga dello stato d’emergenza fino al 31 luglio 2021 indetta dal Premier Conte, ed il continuo procrastinare delle date in merito alla riapertura delle scuole, prevista inizialmente per il 7 gennaio, le limitazioni, che si sperava potessero diminuire con l’arrivo del nuovo anno, e soprattutto con le prime vaccinazioni, sembrano invece inasprirsi. La popolazione mondiale ritrovatasi a combattere contro un nemico invisibile, ha dovuto fronteggiare anche l’incessante perdita di certezze che fino allo scorso anno venivano date per scontato. Rinunce su rinunce affinché si possa “tornare alla normalità”, ma che implicazioni sta avendo tutto questo sulla nostra salute mentale? Il Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’ISS ha partecipato ad uno studio in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’ Università Campana “Luigi Vanvitelli”. Il risultato delle indagini valutative ha registrato un aumento dei disturbi legati all’ansia, depressione e stress, in particolar modo nelle donne. Ebbene, nonostante i test su 20.720 partecipanti abbiano evidenziato quanto il lockdown non sia stato giovevole per il nostro benessere psicofisico, hanno comunque portato alla luce una nuova importante conquista per il popolo italiano. Ovvero; la promozione della salute mentale. Difatti, lo stesso Centro ha promosso uno programma di intervento a favore della “Salute Mentale ed emergenza Covid-19” affinché i pazienti riescano a gestire tutti i danni psicosomatici derivati dalla paura e dallo stress che questa pandemia ha portato con sé. Il primo segno di vittoria nella battaglia contro il tabù della psicoterapia.

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