Da diversi mesi ha avuto inizio la campagna vaccinale in Campania a cui hanno aderito ad oggi circa  1.047.785 cittadini tuttavia il numero delle persone attualmente positive ai tamponi è ancora elevato. Quali sono stati i criteri utilizzati per l’attribuzione dei vaccini?
I primi ed indiscussi destinatari sono stati i medici ed il personale sanitario che sin dai primi mesi si è schierato  nella lotta contro il covid-19. Una svolta per tutelare gli angeli bianchi che hanno rischiato la vita ogni giorno per poter gestire nel migliore dei modi quest’epidemia.
Nel febbraio scorso, è iniziato il processo  di prenotazione e vaccinazione della popolazione ultraottantenne che, seppur con notevoli difficoltà organizzative e gestionali, conta 305.460 vaccinati. Questa fascia di popolazione ritenuta la più a rischio in caso di contagio, ha partecipato solo per il 64% in quanto, come era prevedibile, la maggior parte degli utenti ha necessità della somministrazione del vaccino a domicilio poiché non deambulante. Tale processo non ha avuto ancora inizio e molti medici di base non sono neppure informati sul da farsi.
Successivamente sono stati vaccinati gli insegnanti, il personale scolastico ed universitario. Sono 144.858  gli immunizzati  sebbene le scuole siano state chiuse per  quasi un anno ,salvo brevi intervalli, e nelle università non sempre è necessario presenziare per fini didattici. Tuttavia, la stessa vaccinazione sembra  non scongiuri la possibilità di contagio quindi la riapertura delle scuole comunque comporta dei rischi per gli alunni.
Anche  gli ospiti rsa, Conviventi-aregiver, personale esterno delle strutture sanitarie e le forze dell’ordine  sono state vaccinate in quanto dovrebbero partecipare alla gestione e al rispetto delle direttive stabilite per fronteggiare l’emergenza.
Nel mese di marzo sono iniziate le prenotazioni e le vaccinazioni della popolazione con età tra i 70 ed i 79 anni e finalmente, i medici di medicina generale sono stati incaricati di segnalare le categorie considerate fragili. Da oggi inizia il processo di prenotazione per i cittadini con età compresa tra i 60 ed i 69 anni.
Restano invece ancora escluse e neppure presenti nelle imminenti programmazioni tutte quelle categorie che fin dalle primissime fasi della pandemia sono state considerate “servizi di utilità collettiva“, pertanto  sempre operative e per di più a contatto con il pubblico in luoghi chiusi come gli addetti dei supermercati, i bancari, gli operatori postali, i tabaccai, i panettieri e molte altre.
È coerente delimitare una regione come zona rossa e non vaccinare tutti coloro che per motivi di collettiva utilità invece sono tenuti a lavorare in condizioni a rischio, visto la grande mole di persone che accedono in tali luoghi perché altrove è vietato?

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