ROMA – La data delle riaperture “non siamo noi a stabilirla. Abbiamo fatto una proposta ed io personalmente ho invitato il Governo a dare un segnale, con una fase che ho definito non a caso di sperimentazione – e quindi anche prima della scadenza del decreto in vigore – per i ristoranti all’aperto e il ritorno in palestra per lezioni individuali”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga sul Sole 24 ore. “La gradualità deve servire a muoversi, non dobbiamo né avere paura di riaprire né farlo senza tener conto che il virus circola ancora tra noi – rileva – ma pensare di risolvere mantenendo i cittadini chiusi in casa rischia di provocare danni peggiori e mi riferisco anzitutto alla salute, alla diffusione dei contagi’; se i parrucchieri vanno nelle case anziché esercitare nel loro salone con la mascherina, se le persone fanno le cene nelle case invece di andare in un ristorante con obbligo di distanziamento certo il rischio contagio aumenta. Anche per questo la curva si piega lentamente”. I colori delle Regioni per Fedriga “non sono importanti”, ma quello che “significano. Penso che delle differenziazioni servano se ci sono situazioni diverse. Ma bisogna calibrare bene come valutare queste differenze”. I parametri devono essere “aderenti alla situazione reale. Va bene inserire il numero dei vaccinati ma deve essere in rapporto alle adesioni. Altrimenti il rischio è che una Regione virtuosa che vaccina tutti i cittadini che aderiscono alla campagna vaccinale sia penalizzata perché alcune persone non vogliono vaccinarsi. La riserva di dosi nelle Regioni è ormai attorno al 10%, una percentuale appena sufficiente a garantire le vaccinazioni in caso di ritardo delle forniture. Potremmo tranquillamente garantire 500míla dosi al giorno”. “C’è stato un chiaro cambio di passo – conclude – in particolare sul fronte del reperimento dei farmaci. È cambiato il rapporto con le aziende produttrici e il riscontro è stato immediato sull’approvvigionamento”.

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