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CULTURA. “Le necropoli di San Marzano sul Sarno tra Età del Ferro e Orientalizzante”, il 24 gennaio la conferenza stampa

Venerdì 24 gennaio, alle ore 18, il Comune di San Marzano sul Sarno, insieme con l’Associazione Internazionale Amici di Pompei” ETS, ha organizzato, presso l’Aula consiliare del comune, l’incontro “Le necropoli di San Marzano sul Sarno tra Età del Ferro e Orientalizzante” tenuto dalla Soprintendente archeologa delle province di Salerno e Avellino Raffaella Bonaudo. Introduce il professore dell’università di Salerno Luca Cerchiai. A dare i saluti istituzionali il sindaco di San Marzano sul Sarno Andrea Annunziata.

L’importanza dell’archeologia della Valle del Sarno, tra Età del Ferro e Orientalizzante, è stata messa in luce da Patrizia Gastaldi in una serie di contributi degli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, che hanno sistematizzato interventi di scavo archeologico effettuati nei territori di San Marzano e San Valentino Torio nel decennio precedente. Da questi si comprende l’assetto dei territori interni della piana campana, in un momento storico particolarmente critico durante il quale le spinte da Nord degli Etruschi e l’insediamento dei Greci lungo le coste imponevano una ristrutturazione complessiva delle dinamiche di relazione tra le differenti componenti.

Dopo la sistemazione della documentazione archeologica, elaborata nel 2001 da Marisa De Spagnolis, sono mancati studi organici che tenessero conto dell’aumento delle conoscenze derivante dalle indagini archeologiche che, benché limitate a interventi di piccole dimensioni, hanno continuato ad essere condotte nel territorio.

L’incremento delle attività edilizie in relazione con le successive fasi di approvazione dei piani urbanistici dei due comuni negli ultimi anni hanno portato alla luce nuovi contesti archeologici che contribuiscono a chiarire e arricchire il quadro il quadro già delineato da Patrizia Gastaldi per l’ideologia funeraria di queste comunità.

La relazione proverà a mettere a fuoco quanto è stato possibile recuperare grazie ai nuovi interventi di scavo in termini di quantità della documentazione, chiarendo la distribuzione delle evidenze, laddove possibile per fasi cronologiche, e in termini di qualità delle attestazioni rispetto a produzioni e tipologie.

Nel corso dell’intervento, una parte sarà dedicata anche alle modalità con cui la Soprintendenza effettua la propria tutela su questi territori, in attesa di acquisire nuovi elementi dal prossimo restauro dei materiali.

Redazione

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