Elezioni: Il centrosinistra vince al primo turno aMilano, Napoli e Bologna. E si prepara al ballottaggio a Roma e Torino, dove il M5s perde la guida delle due amministrazioni. Le grandi città segnano una vittoria limpida del Pd, con la conferma di Beppe Sala e la verifica positiva dell’asse con i Cinque Stelle che marchia i plebisciti di Gaetano Manfredi e Matteo Lepore. Al centrodestra resta la Calabria, dove Roberto Occhiuto ha battuto nettamente la candidata Pd-M5s Amalia Bruni, terzo Luigi De Magistris. Considerando tutti i 19 capoluoghi di provincia, però, appare plastica la conferma degli equilibri tra centrodestra e centrosinistra. Il Pd resterà alla guida anche di Salerno, Ravenna e Rimini. Mentre Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si confermano a Grosseto, Novara, Pordenone e forse Benevento (anche se con Clemente Mastella che fa un po’ una coalizione “a sé”). Si andrà al ballottaggio in due capoluoghi di provincia che erano guidati dal centrodestra (Trieste e Savona, dove il Pd partirà in vantaggio) e almeno in uno dove la giunta uscente era dem (Varese). Ancora in bilico Latina, dove il centrodestra può farcela al primo turno, mentre a Isernia e Caserta (è avanti al centrosinistra) lo spoglio prosegue molto a rilento. A conti fatti e con 4 città ancora non definite: il centrosinistra vince in 6 capoluoghi, il centrodestra in 4 (e forse a Latina) oltre alle Regionali in Calabria.

I primi risultati permettono di fare già qualche considerazione sulla tenuta dellesingole coalizioni. Il primo aspetto riguarda il Partito democratico: l’orizzonte si prospetta molto buono per i dem, con tre vittorie al primo turno. Ma non solo: il Pd nei centri principali èprimo partito. Importante anche la prova dell’accordo con i 5 stelle di Giuseppe Conte: i giallorossi, per la prima volta dopo la caduta dell’esecutivo Conte 2, si sono presentati alle elezioni e dove hanno testato l’alleanza hanno portato a casa segnali importanti. Gli occhi erano puntati infatti su Napoli: il candidato Gaetano Manfredi, ex ministro del governo Pd-M5s, vince al primo turno con un risultato nettissimo. Fondamentale sarà ora capire cosa succede a Roma, dove invece Virginia Raggi ha voluto andare da sola e proprio i 5 stelle qui si sono opposti a qualsiasi accordo con i dem. Il quadro è nero invece per il centrodestra: cruciale sarà capire gli equilibri dentro la coalizione, ma resta il fatto che la destra nei grandi centri vince solo dove era scontato che succedesse (alle Regionali in Calabria). La coalizione, ad esempio, va male anche a Trieste: qui il candidato del centrodestra Roberto Dipiazza è in vantaggio, ma si dovrà comunque andare al ballottaggio.

Non c’è storia nella corsa per la Regione: il centrodestra si riconferma come nel 2020 – quando vinse Jole Santelli – e l’alleanza M5s-Pd non sfonda, anzi. È il quadro che emerge dal voto alle regionali in Calabria, man mano che prosegue lo spoglio. Il candidato del centrodestra Roberto Occhiuto (Forza Italia) è al 54,4%, la candidata civica del centrosinistra e dei 5 Stelle Amalia Bruni al 27,8%, l’ormai ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris al 16%, l’ex governatore Mario Oliverio solamente all’1,7%. In Calabria l’affermazione di Forza Italia si conferma anche nel voto di lista: i berlusconiani sono il primo partito con 17,3%, Fratelli d’Italia è ancora davanti alla Lega con il 9% contro l’8. Nella coalizione di centrosinistra il Pd è al 14%, M5s al 6,2 scarso.

Vittoria al primo turno per Giuseppe Sala con una percentuale che, fino a poco tempo fa, sembrava tutt’altro che scontata. Quando mancano circa 150 sezioni su 1248, il candidato del centrosinistra, primo cittadino uscente, ha ottenuto il 57,5% dei voti: il Pd è risultato primo partito con il 33,7%. Male il candidato del centrodestra Luca Bernardo che si ferma al 32,1% e la coalizione al 33,1%. In particolare a destra, la Lega resta di pochissimo davanti a FdI con il 10,78% contro il 9,83: il sorpasso temuto dal Carroccio, a favore di Fratelli d’Italia, potrebbe sfumare per un solo punto. A Milano la campagna elettorale è stata poco sentita e caratterizzata soprattutto dalle liti tra alleati a destra (Meloni e Salvini sono riusciti a non fare mai un evento insieme tra liti e forfait dell’ultimo minuto). Proprio lo scarso entusiasmo ha avuto un effetto sull’affluenza: la più bassa di sempre. La candidata M5s Layla Pavone si ferma al 2,76% – mentre la lista M5s è al 2,69% – e per ora è dietro a Gianluigi Paragone che raccoglie poco meno del 3%.

NAPOLI – Doveva essere il primo vero test per l’alleanza tra Pd e i 5 stelle dell’era Conte e il risultato ha superato qualsiasi aspettativa. A poco più di 150 sezioni dalla fine dello spoglio il candidato Gaetano Manfredi, ex ministro del governo Conte 2, ha ottenuto il 63,12% dei consensi. Malissimo il centrodestra guidato dal magistrato anticamorra Catello Maresca(centrodestra) che rimane distaccato di parecchie decine di punti, al 21,7%. Seguono più distanti l’ex sindaco sostenuto da una serie di liste civiche Antonio Bassolino (7,5%) e la vicesindaco uscente Alessandra Clemente (5,4%). La lotta per il primo partito sembra vinta al momento dal Pd (al 12,2%) perché il M5s si ferma poco sotto al 10. Poi ci sono Forza Italia al 6,6% e FdI al 4,3%. Come noto, la lista della Lega era stata estromessa per alcune irregolarità al momento del deposito di simboli e candidature.

BOLOGNA – Non è mai stata in discussione e si conferma una netta vittoria al primo turno quella del candidato di centrosinistra Matteo Lepore, appoggiato sia dal Pd che dal Movimento 5 stelle: a scrutinio quasi ultimato, con il 62 per cento delle preferenze stacca il candidato del centrodestra Fabio Battistini (29,5%). Al 2,5% la candidata di Potere al PopoloMarta Collot. Guardando alle liste, il Pd registra il 36,6% dei consensi, il M5srimane parecchio indietro con il 3,3%. Nella coalizione di centrodestra, al primo posto con distacco c’è Fratelli d’Italia (12,5%), a seguire Lega (7,7%) e Forza Italia con il 3,7%, superata dalla lista che portava il nome del candidato (al 4,5).

ROMA – A Roma, intorno all’una di notte, mancano ancora circa 800 sezioni su 2603. La cosa certa è che al ballottaggio la sfida sarà tra Enrico Michetti(centrodestra) e l’ex ministro Pd Roberto Gualtieri. Michetti è al 30,84%, Gualtieri segue al 27%. La sindaca uscente del M5s Virginia Raggi raccoglie il 19,6%. A contendergli ancora il terzo posto c’è Carlo Calenda, che per ora è di due centesimi sotto al 19. In forza dell’unica lista a sostegno del leader di Azione è proprio “Calenda sindaco” al momento il simbolo più votato a Roma, anche se la situazione potrebbe cambiare per le distanze molto ridotte. Calenda sindaco prende il 18,1%, di poco davanti a Fratelli d’Italia (al 17,5) e al Pd (al 16,4). La lista del M5s si ferma all’11,3%, anche se per la prima volta il M5s aveva moltiplicato le liste a sostegno che possono aver distribuito diversamente i voti comunque diretti a Raggi. La Lega raccoglie solamente il 6%.

TORINO – A meno di 90 sezioni dal termine degli scrutini delle 919 sezioni è certo anche il ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra a Torino. Una piccola sorpresa, a fronte dei sondaggi pre-elettorali, arriva dal fatto che a fare da battistrada è il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo che registra al 43,6%mentre il candidato di centrodestra Paolo Damilano è al 38,8%. La candidata di M5s ed Europa Verde Valentina Sgangaè al 9,2% mentre Angelo D’Orsi(Sinistra anticapitalista-Rifondazione comunista-Dema democrazia autonomia, Pci, Potere al Popolo) è al 2,5%. Anche nel capoluogo piemontese il Pd è il primo partito con il 28,5% mentre il Movimento 5 Stelle si ferma all’8,1%. Nel centrodestra si ripropone il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Lega: 10,5 contro 10 netto (per ora). Entrambe sono dietro la lista civica Torino Bellissima, la lista civica di Damilano, che raccoglie l’11,6.

TORINO – A meno di 90 sezioni dal termine degli scrutini delle 919 sezioni è certo anche il ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra a Torino. Una piccola sorpresa, a fronte dei sondaggi pre-elettorali, arriva dal fatto che a fare da battistrada è il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo che registra al 43,6%mentre il candidato di centrodestra Paolo Damilano è al 38,8%. La candidata di M5s ed Europa Verde Valentina Sgangaè al 9,2% mentre Angelo D’Orsi(Sinistra anticapitalista-Rifondazione comunista-Dema democrazia autonomia, Pci, Potere al Popolo) è al 2,5%. Anche nel capoluogo piemontese il Pd è il primo partito con il 28,5% mentre il Movimento 5 Stelle si ferma all’8,1%. Nel centrodestra si ripropone il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Lega: 10,5 contro 10 netto (per ora). Entrambe sono dietro la lista civica Torino Bellissima, la lista civica di Damilano, che raccoglie l’11,6.

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