La Campania è la Regione più giovane d’Italia. A guardare la classe dirigente, chi ci governa, non si direbbe. Anzi, candidarsi, da giovane, alla guida della Campania rischia di diventare “notizia” in sé. E in effetti capisco lo sia, visti i Matusalemme che si ripresentano per l’ennesima volta e che quando già governavano in questo paese io ero un bimbetto che rincorreva un pallone sognando Zola, Benny Carbone e già nel ricordo di Maradona.
Essere giovani non è un merito in sé. Però con questa classe dirigente in Campania sembra quasi una condanna. O arrendersi a una terra devastata, ad acque inquinate, a lavoro informale, agli ospedali e ai presidi sanitari che chiudono, alla peggior ferrovia d’Italia (la Circumvesuviana, secondo il rapporto di Legambiente), oppure emigrare.
Le tante speranze che coltiviamo e proviamo a trasformare in realtà con lo studio, con la “fatica”, vengono frustrati un giorno sì e l’altro pure. È come se il blocco di potere che si è configurato – e che oggi è personificato da De Luca – ci dicesse che per noi non c’è posto qui. O, se c’è, è un posto a testa bassa, un posto per chi sta zitto, un posto che svilisce qualsiasi entusiasmo.
È questo uno dei grandi problemi della nostra terra. Vorrebbero gettassimo la spugna. Quando sono tornato da Londra l’ho fatto perché casa mia è qui e non mi arrendo a che debba essere governata a uso e consumo di un sistema di potere che, da Caldoro a De Luca, ha beneficiato sempre e solo le solite cricche e che per il nostro popolo non lascia nemmeno le briciole.
A volte bisogna avere il coraggio di fare un passo. Si può avere il timore di ritrovarsi soli, perché è quello che ci ripetono incessantemente: “ognuno pensa solo ai fatti suoi”, “non cambierà mai nulla”. Voci interessate di chi dall’immobilismo ha tutto da guadagnare. Se avremo il coraggio di provarci, potremo scoprirci meno soli di quanto vogliano farci pensare. Siamo tanti. Siamo la maggioranza.
La Campania è il futuro. Purché non la lasciamo nelle mani incontrollate dei De Luca, dei Caldoro e dei loro amici.
P.S.: E domani sono in canoa sul Sarno, alle 10:00 per presentare la candidatura. Perché rompere col passato significa anche rompere coi suoi riti ingessati e ormai senza significato: