“Dietro il crollo del numero di matrimoni celebrati in questo biennio certificato da Istat ci sono anche e soprattutto le ripercussioni sulla filiera del wedding: cinquantamila operatori economici e trecentomila persone impiegate stabilmente che sino al 2019 fatturavano circa 15 miliardi di euro, senza contare l’indotto.
Professionisti che con la qualità del loro lavoro onorano la storia, la tradizione e le eccellenze nazionali e che negli ultimi due anni hanno dovuto far fronte a fatturati ridotti in media dell’85% nel 2020 e del 50% nel 2021 rispetto all’ultimo anno pre-Covid. Non traggano in inganno i numeri assoluti: molti dei circa 96mila matrimoni celebrati nel 2020 sono stati accompagnati da banchetti e feste ridotti al minimo con pochi invitati e budget limitati. Ancor peggiore il quadro relativo al destination wedding, i matrimoni con entrambi gli sposi non residenti in Italia.

Un settore che nel 2019 faceva registrare un fatturato diretto che si aggirava intorno ai 600 milioni di euro e un giro di affari superiore al miliardo e che ha registrato una flessione del 77,6%, con un calo del fatturato anche in questo caso ben superiore. E se non cambieranno le regole relative alla durata del green pass e al riconoscimento dei vaccini somministrati al di fuori dell’UE anche la prossima stagione rischia di andare in fumo. I nostri eventi richiedono una lunga preparazione e impegni lavorativi ed economici consistenti: non possiamo aspettare il 31 marzo per sapere come potremo lavorare dal primo aprile”. Lo scrive in una nota la presidente di Federmep – Federazione Matrimoni ed eventi privati – Serena Ranieri commentando il report sui matrimoni diffuso ieri da ISTAT.

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