Mugnano: La solidarietà della nostra redazione al professor Gatti.
La cultura che lei e la sua scuola incarnate vincerà sulla barbarie, e ancor di più l’indifferenza, che lei ha descritto. Le giunga il nostro caloroso abbraccio.
Pubblichiamo di seguito quanto accaduto a firma dello stesso professore respondabile della sede del Segrè che ospita l’hub vaccinale.
“POST DI INDIGNAZIONE”
Questo post è dedicato a tutte le persone che hanno ancora il coraggio di indignarsi di fronte all’inciviltà e non certamente a chi, ritenendosi persona perbene, resta muto o indifferente davanti a episodi civicamente insopportabili.
Chi era ieri mattina in fila al centro vaccinale di Mugnano ha assistito ad una letterale aggressione fisica e verbale di alcuni astanti nei confronti dei collaboratori scolastici e del sottoscritto, che cercavano con estrema educazione e gentilezza di ricollocare al loro posto, per ovvi motivi di ordine e sicurezza, le transenne che erano state divelte e spostate dalle persone in fila il giorno precedente.
Purtroppo, evidentemente lo stress o qualsiasi altro elemento, culturale o sociale che sia, ha scatenato in un paio di persone una reazione inurbana con addirittura il lancio di una transenna rischiando seriamente il ferimento dei collaboratori lì presenti.
LA MIA INDIGNAZIONE NON È verso coloro che hanno avuto un comportamento barbarico sebbene deprecabile e da stigmatizzare, e dei quali non abbiamo raccolto le provocazioni incassando oltremodo epiteti e offese ingiustificabili.
LA MIA INDIGNAZIONE NON È verso questi fatti perché VOGLIO trovare una giustificazione nella situazione particolare di tensione, nelle condizioni di emergenza, nel disagio del momento, oppure nella assoluta mancanza in queste persone degli strumenti più elementari e utili a comprendere le più semplici regole civili.
LA MIA INDIGNAZIONE È verso tutti gli altri che erano presenti. Tutti quelli tra i presenti che nella loro vita hanno avuto un minimo di educazione, che erano dotati di strumenti cognitivi per comprendere l’assurdità della scena a cui stavano assistendo. Tutti quelli che si professano persone perbene e si vantano di trasmettere sani valori e principi educativi ai propri figli.
Tutti quelli che potendo, anzi DOVENDO, non hanno detto nulla o manifestato in nessun modo le proprie distanze da un atto di sopruso e violenza gratuita.
Paura? Indifferenza? Rassegnazione? Nessuna di queste cause può essere accettata.
Nessuno di noi avrebbe preteso un intervento a nostra difesa, anche perché la presenza della polizia municipale, subito allertata e accorsa, dava le dovute garanzie sull’incolumità dei presenti.
Ma il silenzio è stato peggiore delle offese.
Nessun gesto solidale, nessuna presa di posizione, un commento, neanche pacato, mite, contenuto.
Niente di niente.
Ci sarebbe bastata anche una “pacca” sulla spalla, una parola di conforto, che avrebbe dato quel sostegno a noi insegnanti ed educatori per continuare a dare un senso al nostro lavoro e continuare a crederci.
Tutte queste persone “perbene” hanno perso una grande occasione, per loro stessi e per la comunità, di dimostrare che possiamo uscire dal baratro.
Invece siamo senza speranza.
Ringrazio solo una ragazza, che non conosco, e che a margine della vicenda ha espresso il suo dissenso.”