Di Claudio Eusebio
La Commissione Straordinaria che reggeva il Comune dopo l’ultimo scioglimento, per ridurre i fitti passivi (la sede della scuola era in affitto da diversi decenni benché l’immobile che la ospitava fosse privo di titolo edilizio, pur essendoci agli atti una domanda di condono inevasa) voleva collocarla in nuova sede nell’ambito di proprietà comunali. Allo scopo aveva programmato un intervento di adeguamento che riguardava in parte una struttura acquisita per abusivismo (ex Masseria Galeota) e in parte un bene confiscato alla criminalità organizzata. Inoltre aveva provveduto a disdire il contratto d’affitto della proprietà. Ma una sentenza del Consiglio di Stato ha restituito la ex Masseria Galeota alla piena disponibilità dei proprietari originari e reso impossibile l’intervento programmato.
Nel frattempo il proprietario dell’immobile che ospitava la scuola aveva avviato, a seguito della disdetta, una procedura di sfratto che, resa esecutiva, ha portato a due distinti accessi dell’ufficiale giudiziario. La situazione della scuola di S. Rocco era intricata, si rischiava la chiusura e il trasferimento degli alunni presso la sede centrale della Massimo D’Azeglio che avrebbe prodotto disagi per loro e le famiglie che dalla frazione di S. Rocco dovevano recarsi a Marano centro, e sofferenza agli allievi della sede centrale che sarebbero stati costretti ai doppi turni. Per risolvere questa complicata situazione l’Amministrazione ha programmato la realizzazione di una nuova struttura di proprietà pubblica, con deliberazioni assunte anche dal Consiglio Comunale, sempre nella frazione di S. Rocco (inizio area PIP – Via Migliaccio), con l’adeguamento di due manufatti acquisiti alla piena disponibilità del comune perché realizzati in difformità al titolo edilizio.
Transitoriamente e nelle more dei lavori programmati, la scuola continuerà ad essere ospitata nell’attuale sede. Legalmente, in quanto la proprietà ha provveduto a ritirare, pagando il dovuto, la concessione in sanatoria, mentre il Comune ha variato la destinazione d’uso dell’immobile da civili abitazioni in scolastica per il tempo necessario alla realizzazione della nuova scuola.
Nei lunghi mesi che sono stati necessari per poter addivenire a questa soluzione, ci sono state interferenze a gogò (non di natura camorristica sia chiaro) sull’amministrazione, sulla proprietà dell’immobile, sulle famiglie degli alunni. Dubbi, sospetti, congetture, ipotesi inverosimili erano con insistenza sparse in giro dai più eterogenei soggetti, “influencer di casa nostra” compreso. Gli organi elettivi e amministrativi che dovevano operare, però, refrattari alle ingerenze, hanno agito nell’interesse della comunità della frazione di S. Rocco, che aveva diritto e voleva, che la scuola rimanesse lì, dove vive.