Chi è Don Giovanni?

Per antonomasia il Don Giovanni è quell’uomo, dall’età irrilevante, capace di fare della seduzione femminile il proprio scopo di vita.

Molto spesso è un appellativo che viene assegnato senza cognizione di causa, senza conoscere neanche l’origine di questo “mito”, di questo personaggio sconvolgente, che verrà successivamente impersonato da Rodolfo Valentino, famoso attore italiano.

Don Giovanni lo si può considerare un personaggio culturale, in quanto è stato trattato da molti artisti e studiosi come Mozart, Byron, e dal filosofo Kierkegaard. Quest’ultimo si è servito di questo personaggio in quanto emblematico co per esemplificare il significato di “scelta estetica”, vale a dire un modo di vivere, di cui parla la sua filosofia.

Il Don Giovanni non è rappresentato allo stesso modo dai vari autori, ma la caratteristica perpetua è quella di rappresentarlo nei panni del “seduttore”, mangiatore “di donne”.

Il Don Giovanni mozartiano è un seduttore seriale, il cui unico obbiettivo è quello di riuscire a conquistare più donne possibili in giro per il mondo. Un affannoso agone con se stesso, mirato a soddisfare un desiderio insaziabile di accumulare donne nel suo “baule erotico” per sopperire qualche mancanza interiore e personale.

Filosoficamente parlando…

Quello di Kierkegaard invece è molto più complesso, studiato, psicologicamente disturbato, nella misura in cui la sua vita e le sue azioni sono dettate da un certo autocontrollo incessante e asfissiante.

Il suo obbiettivo è quello di conquistare la donna, soggiogarla sino a portarla alla più totale dipendenza, per poi fare come Teseo con la dolce e povera Arianna.

Per chi non lo sapesse Teseo è l’eroe mitologico che fu imprigionato dal Minotauro nel labirinto di Dedalo, di cui si diceva impossibile trovarne la via d’uscita. Per essere liberato, pensò bene di prendersi gioco di Arianna, figlia del re Minosse. Infatti, ella si innamorò del giovane, e lo aiutò ad uscire segnando il percorso con un filo. Una volta che egli riuscì a fuggire lasciò la povera Arianna sola e sconsolata sull’isola di Nasso. Da cui il detto “piantare i(n) asso”.

Tralasciando la chicca culturale, torniamo all’analisi del Don Giovanni, e focalizziamoci su di esso.

Dunque, la seduzione per Kierkegaard avviene secondo strategie ben precise, che egli chiama “gioco intellettuale”. L’uomo si pone come sfida il riuscire ad empatizzare con la mente femminile, entrarci dentro, guardarla, parlarle, danzarci, affinché riesca a lasciarci il segno, piantarci una bandiera. Una volta poi sedotta la preda, il Don Giovanni non prova più soddisfazione; quindi, è costretto ad abbandonare la “vittima” in uno stato di sconvolgimento emotivo, ormai plagiata e soggiogata, e trovarne un’altra.

Per questo la vita estetica del Don Giovanni si può definire “un circolo vizioso”. Essa è monotona, ripetitiva, ma sempre in cerca di nuovi soggetti.

Psicologia del Don Giovanni

Il Don Giovanni, volendo azzardare anche un po’ gli epiteti in senso lato, si può considerare allo stesso tempo un sadico ed un masochista.

Sadico perché i suoi comportamenti apparentemente inspiegabili, ma che in realtà rientrano in un certo ordine comportamentale, recano sofferenza e complessi alla donna sedotta, o chiunque esso sia il soggetto passivo.

Tuttavia è anche masochista, perché succube del suo stesso disagio, in quanto la continua insoddisfazione lo porta necessariamente ad un’estenuazione logorante.

Egli sa di fare del male, ma continua a farlo perché spera di riuscire a raggiungere il proprio appagamento interiore.

È solito confondere e assimilare la figura del Don Giovanni a quella del narcisista, anche se in ambito clinico c’è una netta differenza tra i due, in quanto sì, il narcisista manipola e soggioga gli altri, ma perché in realtà è attratto solo da se stesso, sia intellettualmente sia fisicamente.

Il Don Giovanni moderno

Nonostante gli aspetti negativi, celati, ed oscuri, della vita del Don Giovanni, resterà sempre un “ideale”, a cui molti uomini “nella vita immaginifica” aspirano.

Ed è proprio questo che, in ambito sociologico, va ad influenzare i comportamenti dei giovani, che vanno ad idolatrare la figura del “malessere”, termine ambivalente, usato sia per intendere i “latin lover”, seduttori appunto, sia per costoro che si servono della violenza (soprattutto verbale e psicologica) per manipolare e assoggettare il partner.

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