Sempre più baby gang e baby boss, le serie tv educano o influenzano?
Basandoci sulle statistiche riportanti il numero di reati, e nello specifico di omicidi e violenze, compiuti da ragazzi che vanno dai 15 ai 20 anni vediamo che a partire dal 2020, il numero cresce esponenzialmente.
Purtroppo, ciò dimostra quanto l’educazione civica o comunque la sensibilizzazione contro la violenza che viene fatta assiduamente non ha portato buoni risultati. Per questo motivo è necessario indagare su quali possano essere le cause di tale incremento.
In primo luogo, è bene valutare le condizioni psicologiche di questi ragazzi, non come giustificazione, ma come spiegazione parziale di determinate azioni cruciali.
Sicuramente la pandemia del Covid, e soprattutto la quarantena a cui si è dovuto ricorrere per contenere la diffusione dei contagi, ha influito molto cerebralmente sui giovani.
Subire una certa pressione sanitaria, psicologica, sociale, mediatica, non è stato di certo facile. L’uomo si è trovato di punto in bianco chiuso in una bolla, dove sentiva sempre le stesse cose, impossibilitato a mettersi in connessione con l’esterno.
L’asocialità, il maggior uso dei media e dei siti streaming, ha portato i giovani a relazionarsi con una realtà trascendente, irreale, creata su misura in base alle necessità e ai gusti degli utenti. Il gioco è proprio questo: talmente che i servizi offerti soddisfacevano l’uomo, questi credeva che fosse la realtà da emulare.
Inoltre, l’essere privato di molti comfort sociali, e l’imposizione di taluni divieti, come il più banale quello di uscire, ha scaturito una certa aggressività passiva, che è stata interiorizzata, per poi trovare sfogo nella visione di certi contenuti, pellicole cinematografiche, alcune nuove, altre riproposte.
Tra le vecchie serie tv non può mancare di certo Gomorra, oggettivamente una serie fatta bene, ma che bisogna prendere con le pinze, perché può essere facilmente fraintesa. Le numerose scene dinamiche e travolgenti, suscitano inevitabilmente curiosità e fascino in chi le guarda, soprattutto nei teenagers.
Tra le nuove proposte invece, non può mancare la celeberrima serie Mare Fuori, di Stefano Lentini.
Rispetto alla precedente sopracitata, la realtà raccontata è piuttosto romanzata, e proprio per questo non la ritengo molto educativa, al contrario di come il regista giustifica che sia.
Non metto in dubbio che l’intenzione avrebbe dovuto essere quella di trasmettere ai ragazzi lo scopo educativo del percorso penitenziario, ma avrebbero dovuto, secondo il mio modesto parere, puntare maggiormente l’accento su ciò che realmente succede lì dentro.
Anche la scelta degli attori mi è sembrata più strategica piuttosto che magistrale.
Molti degli attori, se non i principali, incarnano quello che è l’archetipo del bello e dannato, del “malessere” che oggi va tanto di moda, che è sveglio, rispettato, coraggioso e circondato da ragazze.
Inevitabilmente ciò ha influito nel far credere che sia meglio essere così, come ad esempio Ciro o Eduardo, piuttosto che essere ragazzi tranquilli, talvolta ingenui, timidi, come Filippo o Gaetano (o pirucchio).
Ovviamente non manca il tema dell’ascendenza familiare, e la lotta contro il proprio “cognome”, che però si rivela persa poichèpare che alcuni principi, integrati nel codice valoriale camorristico, siano connaturati, come ad esempio si può notare in Carmine.
In realtà la tematica principale dell’intero prodotto avrebbe dovutoessere la rinascita, il cambiamento; infatti, la personificazione di questi concetti è proprio la figlia di Carmine, Futura. Una creatura in bilico tra il passato e il presente.
In seguito al grande hype che la serie ha guadagnato nel corso del tempo, l’obbiettivo principale è andato un po’ a scemare, e il regista ha pensato di adeguarsi a ciò che avrebbe voluto vedere il pubblico e non a quello che il progetto inziale prevedeva.
Dunque, bando alle ciance, le situazioni e i drama abbondantemente romanzati hanno portato a credere ai ragazzi che Nisida fosse quell’IPM, e che una volta finiti lì dentro avrebbero vissuto tutto quello che avevano visto dietro ad uno schermo, comprese le storie d’amore magiche.
In realtà, cari ragazzi, il sistema giudiziario italiano, è ben diverso; talvolta ingiusto, talvolta poco o troppo severo, ma deve pur sempre comminare all’imputato una pena per ciascuna colpa.
Dura lex sed lex.