Anche questa è finita, o almeno sta per giungere al termine.
Dopo anni e anni passati a svolgere la stessa routine, è giunto il momento di mettere un punto, posare quel grande mattone che stavi leggendo e prenderne un altro.
Alla fine della corsa si arriva sempre stanchi, sfatti, madidi di sudore, con la paura di non aver dato il massimo.
Quando poi si è raggiunto il traguardo, tutto sembra incredibile. Non sai dove ti trovi, perchè sei lì.
In fondo, l’allenamento non è stato così male.
Della maratona non ti rimangono nel cuore i chilometri percorsi, il lattice nelle ginocchia, i quadricipiti che bruciano, le caviglie che cedono.
Ti rimangono le persone che incontri, le battute che senti, le lacrime che asciughi, gli abbracci che dai, le storie che ascolti.
Lì capisci il valore del singolo, e quanto questo sia fondamentale per la formazione di un gruppo.
Alla luce di ciò, il rush finale non vorresti mai eseguirlo.
Il cuore scalpita. L’adrenalina è a mille. La nostalgia già inizia a farsi spazio tra le emozioni, dicendo a gran voce “hey, fate largo, sto arrivando!”
Certo non che sia così tanto acclamata, ma alla fine è un’emozione tollerata alla fine di un percorso, e quindi le si prepara la festa di benvenuto.
Tutte le emozioni sono sedute a tavola, tra una battuta e l’altra, qualche divergenza, qualche ricordo rammendato, lei si alza, maestosa più di tutte in quell’occasione, e pronuncia il suo gran discorso, che recita così “Cari amici, compagni di vita, costanti rivali, cari tutti, stasera tra di voi ci sono anche io. Lo so perfettamente che avreste
preferito accogliere qualcun altro al posto mio, come ad esempio Ebbrezza, Euforia, Libido, ma non è tutti i giorni grande festa.
La mia presenza qui ha un significato, ha lo scopo di mettervi tutti a riflettere, e poi se
vorrete resterò qui con voi oppure mi congederò per permettervi di festeggiare.
Facciamo molti passi indietro, anzi meglio un lungo salto: ora riaffioriamo tutti i nostri ricordi, dagli avvenimenti più eclatanti che più ci hanno segnato. Ecco ora facciamo insieme una passeggiata fino ad oggi, e togliamo il freno alle emozioni. Facciamo che esse prendano il potere e inibiscano la ragione.
Già noto nei vostri sguardi un alone di tristezza; qualcuno di voi si sta avvicinando a me, chi vuole tendermi già la mano; ma aspettate non è ancora arrivato il momento. Adesso pensate a tutto ciò che abbiamo fatto insieme, con o senza voglia non importa.
Pensate a tutti i buongiorno detti, a tutti gli auguri fatti, gli sguardi incrociati.
A tutte le volte che abbiamo detto di essere un gruppo e ci abbiamo davvero creduto.
Tra pochissimo questo sarà solo un ricordo che non si ripeterà più in questa vita, forse in un’altra per chi ci crede.
Alla fine, è stato bello e non si può negare, e il fatto che siamo tutti qui ne è la dimostrazione.
Ora chi vuole può abbracciarmi, darmi la mano, o ignorarmi, non importa.
Spero che almeno oggi non mi odiate o che almeno mi tolleriate un po’ di più.
Per sempre, la più incompresa tra le emozioni, Nostalgia.”
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