L’episodio risale a due anni fa. Un imprenditore di Benevento fu fermato dalla Polizia stradale del commissariato di Telese Terme. Durante il controllo le Forze dell’Ordine scoprirono che l’uomo, alla guida di un autocarro per il trasporto di oggetti, nascondeva cinque persone di nazionalità straniera, prive di documenti di identificazione: migranti che lavoravano nell’azienda di famiglia a Dugenta.

Durante le indagini, attraverso intercettazioni telefoniche e dichiarazioni dei dipendenti, gli inquirenti hanno scoperto che gli operai venivano pagati 20 euro per 12 ore di lavoro (dalle 5:15 alle 17:30) e relegati in alloggi degradanti. Le indagini della procura di Benevento hanno condotto a disporre dal tribunale di Napoli, Sezione Riesame, su appello dei Pm, gli arresti domiciliari dell’uomo.

Ad oggi posto in sequestro preventivo l’opificio nel quale si svolgeva l’attività e il locale dove si tenevano i tessuti destinati al lavoro. Gli indagati, poi, anche con il provvedimento cautelare reale emesso nei loro confronti, trasferivano l’attività in un altro immobile, individuato in seguito. Si è scoperto anche che l’imprenditore si rivolgeva agli operai con appellativi offensivi e minacciandoli, entrando anche nelle loro dimore private. Un fenomeno, quello del caporalato in Campania, purtroppo ancora presente.

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