“I lavoratori degli Enti Locali, tra i lavoratori pubblici, sono figli di un Dio Minore”.
Lo dichiara Ornella Petillo Segretario Nazionale UGL Autonomie.
“Già i precedenti contratti non hanno sanato la discrasia di trattamento con i cugini della PA, e, come se non bastasse, continuano ad essere privi di rinnovo contrattuale con tutte le scandalose conseguenze che questo comporta. Non è finita! I dipendenti degli Enti Locali, insieme ai dipendenti della sanità, gli insegnanti e gli ufficiali giudiziari, se vanno in pensione tra i 65 e i 67 anni, non hanno diritto alla deroga sulle aliquote di rendimento per la parte retributiva della pensione modificate con la legge di Bilancio del 2024. Tutto questo perché con l’ultima legge di Bilancio, l’età per la risoluzione obbligatoria del rapporto di lavoro nella PA, è passata da 65 a 67 anni. Lo ha chiarito l’Inps con il messaggio n. 2491 del 25 agosto, fornendo spiegazioni sul taglio alle pensioni per i dipendenti pubblici in vigore dal 2025, Dunque, la modifica non è stata neutrale – continua il Segretario Nazionale UGL Autonomie – ha impattato in negativo sul calcolo pensionistico e sul differimento del TFR/TFS (misura dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale) per i lavoratori che vanno in pensione a 65 anni pur avendo maturato gli anni di servizio. Il Governo, con il Sottosegretario Durigon, sta lavorando su proposte legislative che diano il giusto merito ai lavoratori del lavoro svolto, attraverso pensioni dignitose e sostenibili. Chiediamo – conclude Petillo – che l’analisi di questa problematica possa essere affrontata in tavoli di confronto che restituiscano una dignità che è stata sottratta a tanti lavoratori degli enti locali. Anni di poca attenzione, un sovraccarico lavorativo sempre più pressante e casse degli Enti Locali incapaci di far fronte al salario accessorio per i lavoratori, hanno portato ad un depauperamento della forza lavoro pubblica di prossimità con gravissimi danni anche all’economia territoriale”.