A Napoli, si sa, chiedere all’acquaiolo com’è l’acqua è esercizio futile: la descriverà come freschissima, come
neve, anche se stagnante, perché l’interesse a vendere è preminente. Trasportando la metafora alla CISL, i
precari di Poste Italiane conferiscono al sindacato non solo tessere, ma potere e risorse. La stragrande
maggioranza di questi precari, infatti, sceglie proprio la CISL per la sottoscrizione della tessera sindacale. In
un contesto reso ancora più critico dall’esclusione di CGIL e UIL dai tavoli sindacali a partire da dicembre
2024, che ha di fatto indebolito la capacità di opporsi alla logica aziendale orientata al massimo profitto,
allo sfruttamento dei lavoratori e alla riduzione dei posti stabili, l’unica verità dovrebbe risiedere nei fatti. E
i fatti, in questo caso, parlano chiaro:
1. L’accordo discriminatorio: mentre migliaia di precari di Poste Italiane attendono da anni, “parcheggiati”;
in graduatoria, la CISL ha avallato un recentissimo accordo che premia solo i neo-precari con scadenza
2025, creando apertamente “lavoratori di serie A e di serie B”. Questo è un colpo di spugna su anni di
attesa e un manifesto disinteresse per l’equità.
2. Il silenzio sui dati: il sindacato è rimasto silente di fronte a numeri che gridano vendetta sociale: 40.000
infortuni e 100.000 contratti a termine in pochi anni, aggravati da una montagna di irregolarità. Si pensi alla
prassi di far lavorare gratuitamente i precari sotto il ricatto della mancata proroga contrattuale. Queste
denunce, è bene ricordarlo, sono state portate avanti non dalla CISL, ma dagli stessi lavoratori.
3. La scelta a favore della precarietà: la CISL ha espresso apertamente contrarietà al referendum sul lavoro
dello scorso 8 e 9 giugno, bollandolo come strumento sbagliato e un ritorno al passato. Il terzo quesito, in
particolare, che mirava a reintrodurre l’obbligo di causali per i contratti a termine, se fosse passato,
avrebbe potuto ridurre drasticamente il numero di precari reclutabili da Poste Italiane e altre grandi
aziende. La sua scelta di non sostenere l’iniziativa, di fatto, ha privilegiato la flessibilità aziendale rispetto
alla stabilità dei dipendenti.
4. La simbiosi col potere: la nomina dell’ex leader Luigi Sbarra a Sottosegretario di Stato dal Governo
Meloni incarna la perfetta simbiosi tra questo sindacato e il potere. Quando un leader sindacale finisce
dritto in una poltrona di Governo, l’indipendenza e i valori democratici sono l’ultima cosa a cui pensare.
Chiedere alla CISL cosa accadrà dopo la scadenza delle graduatorie a fine 2026 è, di fatto, come chiedere
all’acquaiolo se l’acqua è potabile: la risposta sarà, prevedibilmente, un rassicurante “;state tranquilli, nulla
da temere”, l’equivalente di un’acqua freschissima, persino quando l’orizzonte è torbido. I precari di Poste
Italiane non possono più accontentarsi di promesse da “venditore”, ma devono esigere coerenza e tutela
concreta.
Carmine Pascale
Associazione Precari in Rete