Cultura

LE INTERVISTE DE L’ALTRA NOTIZIA. 5 domande a Giuseppe Tecce, autore del libro ‘Tramonti Occidentali’

La Redazione de L’Altra Notizia è riuscita a raggiungere Giuseppe Tecce, scrittore da anni impegnato nel sociale. Abbiamo parlato del suo nuovo libro ‘Tramonti Occidentali’ e non solo.

Giuseppe Tecce, 52enne beneventano, uomo del sud fortemente attivo nel sociale. ‘Tramonti Occidentali’ affronta una tematica sempre attuale e purtroppo spesso tragica: la speranza di migliaia di persone che si imbarcano con la speranza di trovare una posto migliore, un posto che troppo spesso non raggiungeranno. Da dove nasce l’idea di questo libro?

L’idea del libro Tramonti Occidentale nasce dalla volontà di riportare, ancora una volta, alla luce, la drammatica realtà dei migranti, persone che per il solo fatto di essere nate dalla parte sfortunata del pianeta, devono vedersi negata la possibilità di spostarsi e di cercare un futuro migliore. Ho lavorato nel settore dell’accoglienza ai migranti per oltre dieci anni e di storie simili a quella di Tramonti Occidentali ne ho ascoltate tantissime, tutte complicate e tutte drammatiche, spesso più
dure di quella da me narrata. Questa storia in particolare è nata da un bell’incontro che feci, circa un anno fa, con Maurizio del Greco, autore e regista italiano residente in Germania. L’incontro avvenne al margine della presentazione di un mio vecchio romanzo, che si intitola “Ljuba senza scarpe”, che andò in scena nella bellissima cornice del Chiostro di San Francesco a Sant’Agata dei Goti (BN). In quella occasione, Maurizio, colpito dalla messa in scena del romanzo (non fu una semplice presentazione, ma quasi uno spettacolo teatrale, con tanto di figuranti, musiche dal vivo ed animali, tra cui un lupo e dei gufi), mi volle rendere partecipe della storia di Fatima, bambina di 8 anni, proveniente dal Senegal, salvata sulle coste di Lampedusa da Peppe Moccia, comandante della stazione dei carabinieri di Lampedusa. Feci subito mia la storia, per me così tanto familiare, e divenne il libro che oggi conosciamo.

Il libro va oltre la tragedia, ma racconta di una seconda possibilità che la piccola Fatima (unica sopravvissuta n.d.r.) ha grazie all’incontro con il luogotenente Peppe Moccia. Fra i due nasce un rapporto viscerale che porterà Peppe ad adottare Fatima anche se nel corso del racconto non saranno poche le vicissitudini che proveranno a minare questo rapporto ma che sarà momento di crescita anche per il matrimonio del neo papà. Un intreccio di eventi che pone il contrasto fra speranza e rassegnazione al centro della storia.
Fatima è stata definita da qualcuno come un salva-gente, salvata a sua volta da un salvagente improvvisato, proprio per le sue qualità innate di riuscire a salvare i rapporti tra le persone. Peppe Moccia, sposato con Gianna ma senza figli, attraversava un periodo particolarmente agitato della propria esistenza, combattuto all’interno di un rapporto che sembrava asfittico e senza l’amore di un figlio cui potersi aggrappare. L’arrivo della piccola Fatima sembra quasi provvidenziale, e su di lei, lo stesso luogotenente dei Carabinieri, concentra le proprie energie. Fatima entra nella loro storia familiare in punta di piedi, portandosi dietro un potere terapeutico che non sapeva nemmeno di avere e che riesce ad ammorbidire anche il cuore ed i sentimenti di una donna, induriti dal tempo e dalla mancanza di speranza. Fatima riesce nel miracolo che loro stesso tanto auspicavano e che fino a quel momento non si era mai realizzato. Ad onor del vero va specificato che Peppe Moccia non adotta la bambina, ma è
mosso da un sentimento vero di volerla aiutare, prendendola con se in una sorta di affidamento fai da te, un affidamento ante litteram, da cui scaturiscono, poi, tutte le problematiche enucleate nel romanzo stesso.

Il libro è stato presentato sia in Italia che all’Estero. Cosa ti porti dai vari incontri?
Il libro ha avuto un ottimo riscontro da parte dei lettori ed abbiamo fatto dei bei giri, e tanti altri sono previsti in autunno, per farlo conoscere al grande pubblico. Il libro ha visto la luce, in via definitiva, alla fine del mese di febbraio di quest’anno e alla fine di Marzo era già stato presentato al Parlamento Europeo a Bruxelles. Poi ha avuto tante date italiane e a fine maggio ho avuto l’onore di portare il mio romanzo in un mini tour in Germania, dove ho avuto la possibilità di presentarlo all’interno dell’Agenzia Spaziale Europea di Colonia, e poi in diversi centri culturali italiani sparsi tra Colonia, Düsseldorf e Wuppertal. Quello che mi sono portato dietro è la massa di esperienze che ho accumulato in questo periodo, confrontandomi con tanti italiani che vivono all’estero e che conoscono bene il fenomeno migratorio, perché lo hanno vissuto in prima persona e a proprie spese. Ho ascoltato tanti racconti, non tutti a lieto fine, perché quando si emigra si va sempre incontro all’ignoto, ad una cultura diversa, nella quale non è sempre facile integrarsi. Tanto è vero che, anche gli stessi italiani, spesso vivono in comunità più o meno ampie fatte di italiani, perché il confronto con l’altro, con il diverso fa spesso paura, ma quando questo contatto avviene,
accadono anche dei veri e propri miracoli di integrazione e di eccellenza nel lavoro e nella vita.

Da una tua idea in collaborazione con la Graus Edizioni è nato il festival letterario “Letture dal Bosco” che si è tenuto domenica 21 luglio. Un modo per celebrare l’arte della lettura e della letteratura che negli ultimi anni, anche a causa di un eccessivo sviluppo di social e tecnologia, ha perso un po’ di valore. Un giudizio sull’evento e se ci sono margini per una crescita del mondo dell’editoria.
Il Festival Letture dal Bosco è giunta, quest’anno, alla sua seconda edizione, che possiamo definire come la prima edizione istituzionalizzata. La prima edizione, quella del 2023 fu poco più che un esperimento, di quella che sembrava una bella idea, nata da una chiacchierata avvenuta tra me e Grazia Caruso, nota presentatrice di eventi di Benevento. L’idea era quella di programmare un evento che conciliasse l’amore per la lettura, e per la letteratura in senso più ampio, con l’amore per la natura, realizzando un evento che si potesse presentare in maniera informale, senza abiti eleganti e in scarpe da ginnastica. Misi, cosi, a punto l’idea del Festival la cui riuscita andò oltre le aspettative, tanto che non solo fu presentato in scarpe da ginnastica, ma addirittura si impose a tutti la necessità di togliersi completamente le scarpe. La seconda edizione è stata meglio organizzata, abbiamo avuto il patrocinio del comune di Bagnoli Irpino e della Provincia di Avellino, e abbiamo trovato una collocazione meglio definita, ma sempre nella splendida cornice dei Monti Picentini, nello specifico il festival si svolge a Lago Laceno, dove la natura è ancora incontaminata.
Una esperienza bellissima, anche la seconda edizione, che ha visto la partecipazione di una giuria, che ha assegnato tre premi ai primi tre classificati, scelti sulla base delle loro performance di lettura. La collaborazione con la Graus Edizioni è stato un grande valore aggiunto, che ci ha dato la possibilità di organizzare al meglio l’iniziativa e diffonderla meglio nell’intero territorio regionale.
Sono certo che il rapporto con la Graus Edizioni continuerà, tanto che si sta già immaginando una terza edizione del Festival, organizzata ancora meglio, con più ospiti e anche con qualche artista non proveniente dal mondo della scrittura. Credo, che l’iniziativa, abbia una grande importanza sotto diversi punti di vista: per mettere l’accento sull’aspetto letterario, e per far sì che tante persone possano esprimere al meglio il proprio amore per il mondo della letteratura; per evidenziare l’aspetto naturalistico, perché si è mirato a creare questo sodalizio, che in verità è già di fatto costituito, tra la letteratura e la natura. Le due cose vanno a braccetto ed è importante ribadire che leggere un buon libro in mezzo alla natura di un luogo incontaminato, può trasmettere emozioni completamente diverse e migliori. Infine non dimentichiamo l’aspetto della ricaduta sul territorio, perché permette anche a persone che vivono in altri luoghi della Campania di conoscere le bellezze del proprio territorio, anche quelle meno esplorate (anche quest’anno abbiamo avuto tra il nostro pubblico persone provenienti da tutte e cinque le province della Campania).

‘Tramonti Occidentali’ sarà anche un film. Può iniziare a darci qualche anticipazione nel merito?
Tramonti Occidentali diventerà un film, ed in verità è nato già con l’intenzione di farne un film, tanto è vero che la sceneggiatura è stata scritta quasi in parallelo con la scrittura del romanzo stesso. Ad oggi si sta lavorando su una limatura della sceneggiatura e tra non molto si partirà con i casting per la selezione degli attori. Il produttore, Approdi d’Autore, alla sua prima opera cinematografica, ha inteso bene di realizzare un film importante, che possa trasportare al meglio la storia di Fatima e di Peppe sul grande schermo. Il film avrà la regia di Maurizio del Greco, facendo chiudere quell’anello ideale che ci vedeva impegnati nella ideazione della storia del romanzo e poi nella realizzazione del film.

Mauro Di Maro

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