Oggi 6 dicembre si festeggia san Nicola definita la festa dei bambini; la tradizione, con san Nicola, lega l’Oriente ortodosso con l’Occidente cattolico e vede nella figura del santo la leggenda di “Santa Claus”.
La tradizione racconta come, san Nicola, vissuto nel IV secolo, regalò una dote a tre fanciulle povere così da andare in spose e non prostituirsi e, invece, in un’altra occasione riuscì a salvare tre fanciulli da morte certa.
Quale migliore occasione per scrivere a cuore aperto una lettera a Babbo Natale? Lo farò per tutti.

Querido Papá Noel, con il calore che solo la scrittura sa donare, provo a riscaldare il gelo che la malinconia ha portato con sé.
In quel sacco pieno di balocchi vorrei che ci fossero sentimenti e colori, guarigione, meraviglia, pentimento ed empatia.
So che “l’isola che non c’è” esiste solo nel mio cuore, e guardando fuori dalla finestra vedo il buio del rancore, la nebbia dell’egoismo che acceca gli occhi di chiunque, e la tempesta fatta di cattiverie e carestie.
Vorrei che la solidarietà abiti nell’anima di ogni essere umano, come un granellino di sabbia che compone una spiaggia intera.
Vorrei che la comprensione illumini le vie di ogni coscienza, proprio come gli addobbi che abbelliscono la città.
Vorrei che fosse sempre estate, anche se piove. Anche se fa freddo.
Vorrei che tutti possano amare liberamente, senza paura.
Vorrei che i bambini sorridessero sempre, senza soffrire mai.
Vorrei che le parole non facciano più male. Non feriscano come la spada più tagliente, il proiettile che colpisce quel punto debole che ognuno ha.
Vorrei che l’Oltre, quello spazio tra lo sterno e la schiena, possano cercarlo, trovarlo e mantenerlo tutti gli esseri umani. Come un tesoro prezioso da custodire gelosamente.
Ti aspetto, caro Babbo Natale.
Sotto l’albero vorrei e vorremmo tutti quel regalo che Tu sai già.

L'Altra Notizia

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