Neppure la logistica avversa ha potuto frenare la riuscita dell’appuntamento
con il libro-denuncia dello scrittore Marco Onofrio, “Le segrete del Parnaso”.
La logistica avversa è stata quella delle centinaia di persone riversatesi a S.
Maria delle Mole in occasione della fiera mercantile “Forte dei Marmi”. Difatti
in tutta la frazione c’erano spazi intasati per parcheggiare e recarsi al
Bibliopop.
Ciononostante, con pochi minuti di ritardo, vi è convenuto un
nutrito pubblico, ben ripagato dalla densità emotiva e dalla profondità di
riflessioni che si sono succedute durante l’illustrazione del libro, attraverso la
viva voce dell’autore. In verità, dato il tema dal forte sapore etico, morale,
filosofico e socio-politico, se quel pubblico si fosse ritrovato oggi avrebbe
avuto un surplus di cui parlare. Nel senso che proprio in queste ore, grazie ad
una inchiesta del “Fatto Quotidiano”, è emerso che la Ministra Calderone
millanta titoli grazie a cui ha ricoperto ruoli e cariche, e continua a farlo,
sostenuta da entrature parentali e amicali che nulla hanno a che vedere con le
sue capacità. Così “funziona” in Italia! Ecco, il cuore della denuncia mossa da
Onofrio, e l’ha ben illustrato ai presenti, è esattamente questo: la riproduzione
delle caste – in particolare egli affronta quella letteraria e quindi degli
intellettuali, ma è estensibile a tutti gli ambiti della società – che si
autoalimentano in “sistema” ed escludono in modo classista ogni merito che
chiunque altro abbia o possa giustamente rivendicare. Una aberrazione e una
ingiustizia che stravolgono la Costituzione Repubblicana, ispirata ad altro e
opposto fondamento. Una stortura che indebolisce la qualità del vivere civile,
che sfianca le capacità di singoli che hanno già faticato nel tempo, o che,
giovani, si affacciano speranzosi per poter mostrare la propria valentia. Tutto
ciò è stato talmente condiviso, in una sorta di rito catartico collettivo, che non
appena Onofrio ha chiesto al pubblico se ci fossero riscontri ed eventuali
esperienze da condividere (così, sotto forma di “dibattito aperto”, aveva
concepito l’incontro), in modo spontaneo e ricco sono fioriti: una poesia
declamata da Elisa Pellegrini; una ricca e sentita testimonianza dello scrittore
Roberto Pallocca, che ha ampiamente confermato le analisi di Onofrio; un
intervento dell’archeologo Paolo Montanari; un altro dello scrittore Raul
Bianchini; e un contributo finale di Silvia Bazzocchi, già bibliotecaria a Roma,
dalla quale è emersa anche una proposta pratica, accolta per il futuro da
Bibliopop. L’incontro era cominciato, come da prassi consueta, con i saluti del
presidente Sergio Santinelli, il quale con poche e pungenti parole ha centrato
cuore e contorno del tema, predisponendo ad emozione l’assemblea. Il ruolo
di interlocutore è stato assunto da Maurizio Aversa, che ha sollecitato le
ampie, puntuali, appassionate risposte argomentative di Onofrio, tese a
sviscerare alcuni snodi fondamentali racchiusi appunto ne “Le segrete del
Parnaso”. La libera esposizione che sabato 5 a Bibliopop, Onofrio ha potuto
condividere con l’insieme degli attenti partecipanti – notata una prevalenza di
giovani donne – ha sottolineato l’attualità della denuncia e la necessità di
invertire questa rotta perniciosa che altrimenti è destinata a deprimere e ad
impoverire il nostro Paese. Per questo Onofrio si è espresso come segue:
«Malgrado i successi nazionali e internazionali, dopo trent’anni di carriera
d’autore e quarantacinque libri editi ho sentito la necessità etica di
demistificare la “realtà vera” del mondo letterario italiano, scorporandola
dalle favole speciose e analizzandone lucidamente le dinamiche alla luce del
sistema-Italia. La letteratura è una jungla di ipocrisie, invidie, maldicenze,
opportunismi, caste e congreghe in perenne lotta tra di loro» ha continuato
nella sua interlocuzione, «Ma è soprattutto una valigia con il doppio fondo,
piena di giochi truccati, dove oggi contano sempre meno il merito, il lavoro
serio, l’appartato e fruttuoso raccoglimento, ovvero il riscontro oggettivo delle
“sudate carte”, e sempre più – purtroppo – l’abilità sociale di vendersi,
presenziando, sgomitando e scavalcando, o la condizione aprioristica di chi
con le prebende e i privilegi ci si ritrova fin da bambino, a prescindere dal
merito, grazie alle entrature familiari. Il libro diventa così, in filigrana, un
itinerario di approfondimento sulla democrazia in Italia, sui diritti
costituzionali, sulle trasformazioni storiche che stanno riportando in auge le
formule del più vieto e deteriore classismo. Ho “semplicemente” detto ciò che
molti sanno ma che, per timore e opportunità, preferiscono fingere di non
sapere. Il libro vorrebbe aprire gli occhi agli autori, esordienti e non, ancora
illusi che il campo sia libero e aperto onestamente al merito. Auspico infine»
ha concluso Onofrio «che questa operazione smuova altri professionisti a
parlare fuori dai denti, denunciando l’inquinamento massonico da qualche
anno in atto nei rispettivi settori. L’Italia deve tornare ad essere un Paese a
base meritocratica, o è destinata a non avere un futuro».