Quanto accade a Marano di Napoli per quanto concerne l’affidamento dell’Appalto di raccolta e
trasporto Rifiuti rappresenta un unicum dal punto di vista gestionale e del rispetto della legalità e sicurezza
dal punto di vista lavorativo.
Da mesi assistiamo ad un balletto che ha visto l’Amministrazione del Comune di Marano sottrarsi al
confronto con le OO.SS., prima ancora che si definisse l’aggiudicazione dell’appalto. Il diniego al confronto
preventivo e gli allarmi inascoltati del Sindacato hanno prodotto quella che definire una situazione
raffazzonata e incomprensibile è un eufemismo.
Mentre a firma del Dirigente responsabile dell’Appalto nel mese di novembre si susseguivano
documenti che sconfessavano ognuno quelli del giorno precedente, il 28 novembre u.s. le OO.SS. si sono
ritrovate ad espletare in corsa un passaggio di cantiere per il cambio di gestione che sarebbe avvenuto il 01
dicembre. Passaggio di cantiere avvenuto da remoto con la società Isvec la quale attualmente non possiede
più le autorizzazioni per l’effettuazione del servizio dal momento che ha proceduto ad un fitto di ramo di
azienda di tutti i cantieri in affidamento tra Campania e Lazio. Il verbale del passaggio di cantiere inviato
dopo tre giorni dall’incontro e solo dopo insistenze si è rivelato poi sorprendente, poiché al posto della
Isvec risultava costituita la società Marano Ambiente di cui le OO.SS. non hanno mai avuto conoscenza,
rappresentandosi così un atto falsato nella forma e nella sostanza e di natura irricevibile.
Dal 01 dicembre i lavoratori addetti all’appalto rifiuti di Marano stanno lavorando con questa
società senza aver sottoscritto un contratto e con la beffa di trovare in cantiere automezzi inutilizzabili a
causa della loro fatiscenza, senza aver avuto in consegna i necessari DPI e rilevando a quanto pare anche la
mancanza di autorizzazioni della fantomatica società ad effettuare le operazioni in capo al servizio.
Parlare di guazzabuglio è fin troppo semplice. Ci troviamo di fronte ad una gestione scellerata che
non ottempera ad alcuna delle norme obbligatorie previste in materia di salute e sicurezza e anche di
trasparenza degli atti amministrativi necessari nell’affidamento e gestione di un servizio pubblico a spese
dell’erario. Chi è responsabile di una tale paradossale situazione? Perché si è preferito scavalcare il
confronto con le OO.SS. che lanciavano un allarme rimasto inascoltato?
A queste domande sono chiamate a rispondere le Istituzioni che presiedono al controllo della
corretta gestione dei beni pubblici e alle Istituzioni in indirizzo chiediamo un intervento di estrema urgenza
atto a ripristinare condizioni di gestibilità del servizio e di tutela dei lavoratori, oltre che di legalità e
trasparenza.
La Segretaria Funzione Pubblica CGIL
Area Metropolitana di Napoli
Maria Manocchio
