Marano: a seguito dell’emanazione del decreto del presidente del consiglio del 22 marzo 2020 e del Decreto del 25/3/2020 del MISE relativi a Misure cautelari e preventive volte al contenimento del rischio contagio da COVID-19 in materia Commercio e Sanità; il Sindaco Rodolfo Visconti, l’Assessore con delega al Commercio e alla Sanità Salvatore Perrotta, in collaborazione con la Quinta Commissione Consiliare ( Annarita Savanelli, Enza Carandente, Anna Garofalo, Nicola Moio e Salvatore Vallozzi) permanente, In base alle numerose richieste di chiarimenti dei commercianti e delle associazioni di categoria, in merito a quali attività commerciali potevano rimanere aperte, dopo gli ultimi decreti emanati, comunicano quanto segue:
Lo stop dal 25 marzo. Con il nuovo Dpcm appena firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’intervento del Governo – che nel provvedimento dello scorso 11 marzo aveva riguardato soprattutto il commercio – ha puntato soprattutto su fabbriche e attività industriali.
Ecco chi si ferma. Tra i settori che il governo ha deciso di fermare da qui a tre giorni si trovano tutte le attività legate alla filiera dell’acciaio, dagli altoforni alla lavorazione, così come tutta la filiera della metallurgia. Valgono, ovviamente, tutte le limitazioni del precedente decreto, dai negozi non alimentari, alle palestre, dai ristoranti ai cinema. Le attività sospese, si legge nel testo, possono continuare quando è possibile, ovviamente, nelle forme del lavoro agile (Smart Working).
Si invitano, inoltre i commercianti a favorire i cittadini all’approvvigionamento di beni di prima necessità, senza porre limiti o prescrizioni contrarie alle norme vigenti in materia, dall’uso della mascherina ad atti discriminatori nei confronti del singolo, punibili secondo legge. Convinti della vostra preziosa collaborazione nell’ applicazione del buon senso civico, in questo momento critico per la comunità, si ribadisce a tutta la cittadinanza, ancora una volta, di “Restare a casa” e di uscire, solo in caso di necessità, per non incorrere nelle Sanzioni previste per legge.
Chi rimane aperto. Il decreto parla di “sospensione delle attività produttive industriali o commerciali” ad eccezione delle filiere necessarie e di quelle che consentano il funzionamento di queste ultima e indica un elenco di attività che potranno continuare a restare attive. ecco un elenco ragionato di chi continuerà a recarsi al lavoro.
Professionisti ed edicole. Gli studi dei professionisti resteranno aperti (commercialisti, avvocati, ma anche ingegneri e architetti), così come l’intera filiera della stampa, dalla carta al commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali fino ai servizi di informazione e comunicazione. Oltre alle edicole, aperti anche i tabaccai, nonostante lo stop a Lotto e scommesse. Mentre le famiglie potranno continuare ad avere colf e badanti conviventi e pure a servirsi del portiere in condominio.
Agricoltura e alimentare. Per il decreto, continuano le attività per le coltivazioni agricole, dell’allevamento e della produzione di prodotti animali. Allo stesso modo continuano tutte le attività di pesca e acquacultura, nonché la fabbricazione di macchine per “l’agricoltura e la silvicoltura”. Continua l’attività dell’industria alimentare e delle bevande, così come la fabbricazione di macchine per questi settori.
Materie prime e petrolio. Continuano le attività per “estrazione di petrolio greggio e di gas naturale” nonché le “attività dei servizi di supporto all’estrazione di gas naturale e di petrolio”, come per esempio la raffinazione.
Industria tessile ferma a metà. Nell’industria tessile, chiudono le produzioni di “articoli di abbigliamento”, ma non quelle legate alla “fabbricazione di tessuto non tessuto, confezioni di camici, divise ed altri indumenti di lavoro”.
Industria chimica e farmaceutica. Procedono tutte le attività per la “fabbricazione di prodotti chimici, prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, articoli di gomma, articoli in materie plastiche, fabbricazioni di vetreria per laboratori, per uso igienico e per farmacia”.
Il lungo elenco della manifattura. Nell’industria manifatturiera più strettamente detta, è lungo l’elenco di ciò che resta aperto: fabbricazione di generatori, trasformatori e apparecchi per la distribuzione e controllo dell’elettricità; fabbricazione di spago, corde, funi e reti agli imballaggi in legno, fabbricazione di carta e di tutti i macchinari relativi.
Servizi pubblici primari. Non si fermano ovviamente chi lavora per assicurare la “fornitura di energia elettrica, gas e aria condizionata; “raccolta, trattamento e fornitura d’acqua”; “gestione delle reti fognarie”; “attività, raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
Riparazioni e meccanici. In generale sono consentite le attività di “riparazione e manutenzione di macchine e apparecchiature”, l’installazione di “impianti elettrici e idraulici”, “manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli”, così come le attività di vendita accessori moto ed auto.
Call center e vigilanza. Non si fermano i call center, i servizi di attività di vigilanza privata e i sevizi connessi come i controlli da remoto di sorveglianza.
Trasporti e consegna. Nel decreto viene consentita “sempre l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione consentita e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza”. Ecco perché, contrariamente a quanto si era capito in un primo momento, non chiudono le attività di noleggio nel settore trasporti: non è stato esplicitato nel decreto perché già autorizzato dal precedente provvedimento firmato dal presidente del Consiglio. In più di un caso, i furgoni a noleggio garantiscono l’ultimo miglio di prodotti alimentari, farmaceutici e di prima necessità.
Difesa e aerospazio. Garantite, inoltre, le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto.
In particolare: Negozi di pc, smartphone e informatica in generale resteranno aperti. Così come supermercati, Panifici, Macellerie, negozi per l’igiene della persona e della casa, farmacie, parafarmacie, ferramenta, frutta e verdura, lavanderie, banche, Poste, tabacchi e tutti gli altri negozi di vendita di beni prima necessità.